venerdì 31 dicembre 2010

Farewell 2010... and good luck 4 all!

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Stanotte sarà Hogmanay. La festa più folle e allegra di Edimburgo... ma non sono qui per parlarvi di questo.
Ogni fine d'anno mi mette un po' di malinconia.  dire il vero, ci sono stati anni orribili che ho mandato via con una pedata... ma quello appena trascorso non appartiene alla categoria. E qui a scrivere non è l'autrice o la blogger ma la persona.
Ho conosciuto persone meravigliose, libri che ho conosciuto e amato, esperienze lavorative e non che mi hanno arricchito. Questo è stato un buon anno, con alti e bassi. Ci sono state liti, discussioni e amicizie sincere, tensioni e urla liberatorie, certezze infrante e altre nuove di zecca. E spero che altro possa arrivare, voglio essere ingorda!
I miei personaggi hanno preso vita sulla carta con Hidden in the Dark e questo è stata una delle cose più emozionanti che porterò con me da quest'anno. Altre cose sono avvenute, altre ne avverranno ma questo piccolo, imperfetto volume avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. Ho trovato un gruppo di pazzi che condividono una mia passione nel forum del Doctor Who  e un'altra amica che adora la Scozia come me, Mariabei con il suo bellissimo Meraviglie della Scozia che è sempre  fonte di ispirazione. E poi come non parlare della straordinaria Alessandra e di Diario di pensieri persi? Non posso che ringraziare tutte le blogger che hanno partecipato a Behind the scenes: Ivana, Glinda, Debora, Libera, Anita, Sabina,Viviana e Francy (v.v.b.) e Weirdre (grandissima!!!! ). A tutte voi mando un abbraccio e l'augurio di ogni bene, di gioia e felicità.
E un augurio speciale a coloro che hanno la pazienza e la bontà di seguirmi. Spero di non deludervi mai.


 Future is in flux. All can change.

venerdì 24 dicembre 2010

Buon Natale!



Auguri di un Natale felice da parte mia e degli abitanti di Moray Place 12, Edimburgo. 


 Oliver
Samuel
Emily
 Marianne
 Alyssa
Duncan
Will

... e Stefania

mercoledì 22 dicembre 2010

Serial reader: La sposa in Bianco di Nora Roberts

Esce per Leggereditore il 21 ottobre un'inedito di una delle autrici rosa più amate al mondo e che ha all'attivo più di 200 romanzi. Le sue storie, sempre avvincenti, scavano nel carattere dei personaggi e descrivono con attenzione la loro psicologia. Con "la sposa in bianco" non mancherà l'ironia travolgente che abbiamo imparato a conoscere in Sex and the City e un'immediata complicità con i 4 personaggi femminili. 
Questa recensione è stata scritta e pubblicata su Diario di Pensieri persi pochi giorni fa. Per chi volesse leggerla o per chi se l'è persa... eccola qui!


Mackanzie Elliott, Mac per le amiche, è una fotografa di grande talento che realizza servizi fotografici per le spose e per riviste specializzate. È, assieme a Emma (la fiorista sensuale), Parker (la perfetta organizzatrice) e Lauren (la tranquilla pasticciera), una delle socie di Promesse, una società di wedding planners che si occupa di trasformare il caos prematrimoniale fatto di crisi isteriche, tensioni, momenti indescrivibili, aspirazioni legittime e manie di grandezza esasperate in una cerimonia nuziale indimenticabile. Mac ha un talento straordinario: sa “vedere” il momento di magia attraverso l’obiettivo fotografico. Riesce a cogliere quella che lei chiama la farfalla blu: il vero spirito che c’è dietro una persona o una situazione, catturandolo sulla pellicola. Questo suo talento le ha permesso di divenire una delle fotografe più talentuose dell’East Coast e di far sì che Promesse sia divenuta una solida realtà imprenditoriale.È nell’ambito del suo lavoro che rivede Carter Maguire, fratello di Sherry, una delle spose che si rivolge alle wedding planners per organizzare il suo evento. Il loro incontro – o meglio, il loro scontro – non è dei più ortodossi. Professore decisamente sexy e molto nerd, Carter con il suo modo di fare disarmante, la sua straordinaria sincerità, il suo approccio sereno alla vita si insinua nei pensieri e nell’esistenza di Mac. Il prof dagli occhialini alla Indiana Jones non è solo un grande amante di Shakespeare ma è anche un profondo conoscitore dell’animo umano e un notevole baciatore. Ecco come le chiede un appuntamento in un messaggio in segreteria telefonica (!): 
Mac è attratta da lui: un sentimento passionale, disinibito e allegro che riempie le pagine del libro con una autentica sferzata di allegria. E tuttavia… ne ha paura. Perché Mac non è solo la fotografa tosta e professionale ma è anche la figlia abbandonata e trascurata di due genitori troppo presi da sé stessi e dalle proprie fantasie. Soprattutto Linda, la madre, è una donna immatura e patetica. Pluridivorziata e perennemente in bolletta, pretende che la figlia le tolga le castagne dal fuoco pagando i salatissimi costi delle SPA o delle auto, trattandola come un perenne brutto anatroccolo, trascurandola quando non la sfrutta attraverso i sensi di colpa che ingenera in lei. Mac è stata profondamente segnata da quest’atmosfera altalenante tra sfruttamento emotivo e l’indifferenza. All’inizio del libro Mackenzie è già una bambina disillusa, arrabbiata con il mondo, che trova la sua dimensione solo nei giochi con le amiche del cuore. Ora è una donna dura, forse anche cinica, che trova la sua ragione di vita in un lavoro in cui è brava ed è apprezzata per ciò che sa fare. Ma non basta, anche se lei rifiuta di ammetterlo. Cresciuta in un modello familiare che fa dello sfruttamento e della provvisorietà le parole chiave, la giovane donna non riesce ad accettare di poter avere un futuro con il solido, affidabile e tranquillo professore di liceo che l’ha fatta sentire importante per la prima volta nella sua vita. Perché è questo che ha segnato dolosamente la vita di Mac: ha avuto le sue amiche del cuore che hanno rappresentato per lei una sorta di famiglia ma non ha mai sentito l’amore, quello vero, che sorge dal sentirsi amati per ciò che si è. Quell’amore che solo i genitori o un’anima affine può dare. 
“…Se ti andasse bene un’altra sera, anche se il giorno dopo c’è scuola – ahah – mi piacerebbe molto portarti fuori. Se ti piace l’idea potremmo fare cena e cinema. È troppo? Probabilmente è troppo. Mi sto confondendo da solo. Vorrei aggiungere, anche se può sembrare impossibile, che ho chiesto anche ad altre donne di uscire in passato. Suppongo che ora tocchi a te.”Emblematico è il momento in cui Mac conosce la famiglia di Carter, dopo alcune peripezie che non vi racconto per non sciuparvi il piacere della lettura. Mac guarda i componenti della famiglia del suo uomo con distacco in un primo momento; poi, di colpo, avverte una fitta di invidia, perché è ciò che lei non ha mai avuto e che sa se sarà mai in grado di dargli. Ed ha paura per questo, perché non sa se sarà una devastrice dei sentimenti come è stata la madre Linda. 
“I film, pensò Mac – di sicuro le storie d’amore e romanticismo – dovrebbero avere un lieto fine. Perché la vita, troppo spesso, non ce l’ha.. L’amore svaniva, o si trasformava in avversione. O si fermava da qualche parte a metà strada in una specie di lacerante distacco… Sì, l’amicizia. Quella era una cosa su cui una donna avrebbe sempre potuto contare.”Carter spesso si comporta come un santo: accetta le fughe post coito di Mac con un aplomb che è degno di ammirazione infinita, interviene come un vero cavaliere per toglierla dai guai e almeno in un paio di occasioni ha dato luogo ad alcuni dei momenti più esilaranti del libro. Mi riferisco alle parti in cui disperatamente confuso, chiede consiglio a Bob, suo collega di università che si atteggia a tombeur de femme… con esiti assolutamente comici. Ma la vera forza di Carter è la ragione: la capacità di ascoltare, come nota subito Mac, la tranquillità che ha nell’affrontare le situazioni spinose, la pazienza angelica con cui conquista la protagonista. La aspetta, la ascolta… ne ha cura. In una parola, le dimostra con i fatti che anche lei è degna d’amore e non ha bisogno di proteggersi dal resto del mondo, che può anche fidarsi di un’altra persona.E, come la neve che rappresenta lo scenario di tutto il romanzo, Mac si scioglie. È questo il vero trionfo di Carter: aiutare Mac ad amarsi e accettarsi per come è. Solo così la donna comprende di poter essere degna di amore: impara a fidarsi di se stessa per prima, a capire che non è un clone pessimo di una madre immatura ed egocentrica ma una donna forte, indipendente, capace di prendersi delle responsabilità nella vita, come nel lavoro e nell’amore. Mac accetta, in una parola, di essere una persona che può prendere un impegno per la vita e non importa che sia casinista, spaventata dal futuro, umorale e disorganizzata: è amata per come è.
Se mi è piaciuto? Tanto, tanto. Tanto. La sposa in bianco è un libro bellissimo. Divertente, appassionante e sensuale – le scene di sesso sono IMHO tra le più belle da me lette in un romance contemporaneo – fa venir voglia di leggere, ancora e ancora. È un vero turn page, con un ritmo vivacissimo e scene di grande divertimento. Lo stile della Roberts è particolarmente brillante in questo volume: lontano dai paludamenti degli storici, descrive con brio e ironia le scenate tipicamente femminili tra le amiche in crisi isterica e nello stesso tempo, conduce per mano il lettore nel cuore di Mac, troppo spaventata e disillusa per pensare di poter amare.Infine un’ultima parola su Sherry, la sorella di Carter. Ho adorato, letteralmente, questo personaggio minore. Da brava egocentrica, posso dirvi che mi sono ritrovata in lei, parola per parola, e nella sua concezione del matrimonio: “Non vorrei darvi l’impressione di non considerarlo importante e solenne e tutto il resto, ma io voglio divertirmi. Voglio una grande festa allegra e stravagante. E voglio anche che Nick perda completamente l’uso della parola per cinque minuti quando mi vedrà percorrere la navata. Voglio stenderlo… e voglio che ogni invitato la ricordi come l’esperienza migliore mai vissuta. Sono stata a matrimoni davvero stupendi ma Dio, erano una tale noia. Mi capite?”Ecco. Credo che questo sia un bellissimo modo per descrivere un matrimonio (come è stato il mio) e che riassuma un po’ la filosofia del romanzo. Se è da leggere? Assolutamente sì!

domenica 19 dicembre 2010

Behind the scenes: Ivana de Il libro eterno.

   Natale è alle porte!! E' bellissimo avere amici che vengono a trovarci per passare un po' di tempo qui. Inquesto periodo poi la mia amata Edimburgo è splendida, immersa nella neve e colorata da mille riflessi di luci di festa. Oggi viene a trovarmi Ivana Funicelli de Il Libro eterno, un blog elegantissimo e di grande classe! Sento il campanello, dev'essere già qui...



Ciao Ivana, ben arrivata! Qui a Edimburgo nevica e fa un freddo becco. Vieni, accomodiamoci nella sala comune: c'è una bellissima vista del giardino innevato.


Ciao Stefania ti ringrazio per avermi invitata, sei davvero gentile.

Ma i tuoi “amici” non sono in giro vero? Mi piacerebbe tanto ammirare la collezione di libri antichi di Oliver, senza rischio di morsi ovviamente!


Allora: il libro eterno. Un nome suggestivo per un blog dalla veste grafica elegantissima. Come nasce questo tuo spazio web?

Nasce dal mio amore per i libri e dalla voglia di condividere le mie opinioni con i lettori come me.

Pensa che partecipo ai gruppi di lettura della mia città e agli incontri letterari più interessanti perché nonostante la mia naturale riservatezza, amo parlare di libri con tutti quelli che mi circondano…

Ma la creazione del blog non è nata per caso, è stata una scelta che ho valutato per alcune settimane dopo aver scoperto i blog letterari di alcuni utenti su anobii.

Ho pensato, perché non provarci anch’io? Dopotutto scrivo recensioni e citazioni da anni, sui block notes, sui quaderni, sui fogli sparsi in giro per casa, perché mi piace poter rileggere i miei commenti a distanza di tempo e ricordarmi dei libri letti.

E così nasce il libro eterno, uno spazio dedicato ai libri che mi piacciono, famosi o poco conosciuti (o dimenticati).


Hai un occhio molto attento per le novità editoriali e per la scrittura. Da che hai iniziato a pubblicare recensioni, come è cambiato il tuo modo di leggere? Hai affinato il tuo spirito critico?

Qualcosa è cambiato, all’inizio scrivevo solo la trama e un commento breve, adesso sono più attenta ai particolari, all’importanza del contenuto, allo stile dell’autore, alla caratterizzazione dei personaggi ecc.

In alcuni casi cerco di approfondire le recensioni con cenni storici e biografici.

Parlaci un po' di te: Ivana, oltre i libri e il web. Cosa ti emoziona e ti coinvolge?

Parlare di me non è facile, come ho detto prima sono molto riservata e timida, amo la mia famiglia e credo nell’amicizia, anche se i veri amici sono pochi.

Ma sono tante le cose che mi emozionano e mi coinvolgono, al primo posto la musica (che mi ha aiutato nei momenti difficili della mia vita), e assistere ai concerti dei miei cantanti preferiti è una grande emozione per me.

Ma oltre la musica amo il teatro e il cinema.

Ti sembrerà strano ma i miei film preferiti sono in bianco e nero, i grandi classici anni trenta-quaranta interpretati dai grandi divi di Hollywood, non so il perché ma li trovo molto suggestivi.

E quando il lavoro me lo permette cerco di viaggiare, perché mi piace conoscere posti nuovi e scoprire le tradizioni del posto.


Uao! In molte cose siamo assai simili, specie per quanto riguarda i film in bianco e nero e per il concetto di viaggio come scoperta. Ma adesso un'altra domanda: tutti i forti lettori portano nel cuore un libro speciale. Qual è il tuo?

Uno solo? È un bel problema, ho amato tanti libri in vita mia che è difficile sceglierne uno, ma tra i tanti porterò per sempre nel cuore “L’Idiota” di Dostoevksij.

La storia di Myškin, l’uomo infinitamente buono che cerca di redimere il mondo con la compassione, mi ha emozionato tantissimo e sinceramente ho provato una forte empatia per il principe, per il suo dolore e la sua sofferenza perché sono sempre i buoni a perdere…

E’ davvero un libro speciale per me…

Domanda difficile ma non voglio rischiare un morso sul collo dai i gentiluomini di questa dimora…

Ovviamente ti parlo da lettrice e da quello che vedo in giro, molte case editrici tendono a pubblicare i libri sulla scia del successo del momento e non rischiano con i nuovi autori.

“Il codice da Vinci” diventa il caso editoriale dell’anno? Vedi in libreria, decine di libri sui templari, su Gesù e la Maddalena, sulla storia di Leonardo,ecc. e così via..

La verità è che pensano solo agli introiti e non al contenuto, ovviamente è giusto pensare al guadagno, ma al posto di tanti libri clone potrebbero provare a lanciare nuovi talenti ogni tanto…
Ma ho scoperto in questi mesi che ci sono altre realtà editoriali, case editrici piccole ma agguerrite, che rischiano con la pubblicazione di nuovi autori e vivono del passaparola online.

Nel mio piccolo cerco di lanciare i nuovi talenti con le interviste e le segnalazioni sul blog, perché ci sono molti autori emergenti che meritano il successo.

Pensa che conosco un’autrice di vampiri davvero interessante, non so se la conosci ma ha ambientato la sua saga a Edimburgo, precisante a Moray Place…

Bastaaaaaaaaaaaaaaa, troppo buona!!! :-) Che progetti hai per il tuo blog nel 2011?

Il blog è in continua evoluzione, sicuramente ci saranno nuove rubriche e interviste, e poi recensioni e recensioni…

Grazie cara, è stato un piacere. Avere ospiti così gentili è un piacere , qui a Moray Place... abbiamo pochissime visite, di esseri umani, s'intende...


A presto!


Grazie a te per avermi invitato, è stato un onore.

giovedì 16 dicembre 2010

Behind the scenes: Arwen di Just for talking


Natale è ormai prossimo e Edimburgo è coperta di neve! Ho preparato un hot Toddy, una bevanda antifreddo buonissima a base di whiskey e miele d'erica che berrò in compagnia di una carissima amica mia e dei miei amici: si tratta di Sabina Scaletta, una delle owner di Just for talking che è anche una grande fan delle storie di Moray Place. E devo dire che non vedo l'ora di riceverla! Tutti "loro"sono rimasti in casa per aspettarla e conoscerla di persona. Del resto, Sabina è una persona simpaticissima!

Benvenuta qui, cara Sabina. Come vedi, Samuel, Oliver e tutti gli altri sono qui ad attendere il tuo arrivo, certi che tu non avrai - molta - paura di "loro". Sanno che li apprezzi e dunque hanno pensato di accoglierti personalmente...
C'è un bel tepore e chiacchierare con te dinanzi un cicchetto è una gioia. Quando nasce Just for talking?


Ciao Stefania, grazie per avermi ospitato in quel di Moray Place 12 J sono felice di vederti e ovviamente di vedere i miei vampiri prediletti … chissà se dopo mi possono accompagnare a casa eh eh eh J!!! Bene mi ricompongo e divento seria per quanto mi è possibile: Just For Talking nasce a settembre da un’idea della mia socia Samantha (Eileen) e mia (Arwen). Oltre ad essere colleghe siamo amiche e condividiamo parecchi interessi comuni quali libri, musica, film, inoltre possediamo quel grado di pazzia e allegria che ci rende entusiaste per ogni progetto che intraprendiamo. Ci piace passare del tempo assieme a progettare e cercare di realizzare ciò che più ci piace. Lei sul blog in questo momento sta scrivendo un racconto che a me piace davvero moltissimo è brioso come del resto lo è la sua persona. Per la grafica e le eventuali modifiche ci aiuta un altro nostro collega e amico da noi chiamato Web Master ah ah ah e presto ci sarà una nuova socia con una nuova rubrica dedicata esclusivamente all’oriente … In ultimo vorrei ringraziare pubblicamente Oriana (anche lei una nostra collega, direi che il nostro è un ufficio simpatico) che ha trovato il nome per il nostro sito.

Mentre sorseggiamo un Hot Toddy caldo ti faccio un'altra domanda. Occasionalmente sei l'inviata speciale di Alessandra, di Diario di pensieri persi. Come trovi il contatto diretto con gli autori?
Allora prima di tutto lasciami ringraziare Alessandra che mi ha dato questa opportunità. Tutto è iniziato una domenica pomeriggio quando con ci siamo trovate su Skype e abbiamo iniziato a parlare di tantissimi argomenti. A parte il Signore degli Anelli (per il quale mi ha relegato in soffitta ah ah ah) abbiamo gusti comuni in fatto di libri, musica e film, pertanto continuando a parlare le ho detto se voleva le facevo qualche recensione e se le piacevano potevo collaborare con lei ogni tanto. Suppongo di esserle piaciuta J perché non solo ha pubblicato le recensioni che ho fatto ma da quelle siamo passati alle interviste, inizialmente via mail e poi … colpo di scena …. come inviata. So di ripetermi ma è iniziato tutto casualmente: sempre parlando con la ragazza pazzerella di cui sopra  ho avuto la malsana idea di renderla partecipe del fatto che sarei andata alla presentazione del libro di Camilla Morgan Davis a Milano e che avevo letto su Facebook che ci sarebbe stato anche Maurizio Temporin.  Ohhhh stolta donna che non sono altro  eppure lo so che con lei bisogna stare attenti a ciò che si dice ah ah ah. Insomma per farla breve (lo so lo so sono prolissa) mi ha incaricato di fare una video intervista a Camilla e Maurizio. Ora così su due piedi non ero preparata quindi ti dirò l’intervista a Camilla l’ho fatta con il telefonino ah ah ah  e con Maurizio abbiamo rimandato perché non avevo finito di leggere il suo libro e quindi non ero preparata e io odio non essere perfetta ah ah ah Dunque a questo punto, dopo tutta sta premessa rispondo alla tua semplice domanda: trovo il contatto diretto con gli autori MERAVIGLIOSO! Ho avuto per il momento solo quella occasione ma sono stata fortunata perché ho conosciuto due persone fantastiche e totalmente diverse con cui avrei veramente passato ore e ore a parlare. Spero ci siano altre opportunità.

Il tuo nick è Lady Arwen, il nome di una delle protagoniste del Signore degli Anelli. Quanto hai in comune con la bella principessa degli elfi innamorata di Aragorn?
Arwen Undómiel
Il personaggio di Arwen nel libro non è sviluppato così bene come nel film ma forse questo mio parere è influenzato dal fatto che nel film la principessa degli Elfi è interpretata dall’attrice Liv Tyler che amo molto (amo molto anche suo padre Steve Tyler leader degli Aerosmith
J) . Credo di avere in comune con Arwen il coraggio di affrontare la vita qualunque scelta questo comporti, il credere nell’amore in tutte le sue forme profondamente e incondizionatamente. Mi piacerebbe avere in comune con lei anche il fatto di essere un Elfo e vivere in un mondo fatato ma mi sa che questo non è possibile però … chi può dirlo … forse in un mondo parallelo … 

Letture. Cosa preferisci e perché? Il libro che più hai amato? E quello che hai chiuso senza ripensamenti?
Il mio papi aveva una libreria enorme con tantissimi capolavori della letteratura e che soleva leggermi quando io ancora non sapevo farlo e che poi crescendo ho riletto per conto mio. Quindi si può dire che ho iniziato a leggere da piccolissima. Ci sono diversi libri che ho amato perché legati alla mia infanzia e al tempo passato assieme a mio papà vedi La casa di granito di Rumer Godden, Il Rosso e il Nero di Stendhal, Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, e altri che ho amato crescendo e che sono legati a vari periodi della mia vita vedi i romanzi di Dumas padre e figlio, i romanzi di Isabel Allende e Gabriel García Márquez, i racconti di Edgar Allan Poe, Dracula di Bram Stoker, Intervista col vampiro di Anne Rice, Orgoglio e Pregiudizio e Ragione e Sentimento di Jane Austen, Jane Eyre di Charlotte Bronte. Come vedi non ho un genere preciso e non ho un solo libro amato di più, mentre per quanto riguarda il libro che ho chiuso senza ripensamenti è Il pendolo di Foucault di Umberto Eco lo definirei terribile!!!




Lavori nell'editoria, sia pure nel settore management. Dal tuo osservatorio privilegiato, cosa pensi dell'editoria italiana?
Ok adesso verrò licenziata ah ah ah. Allora specifichiamo che io lavoro per un editoriale e per la precisione per Gruner+Jahr/Mondadori che pubblica periodici quali Focus, Jack, Geo e che io sono in amministrazione quindi ben lontano dal meccanismo della pubblicazione. Bene ciò premesso penso che l’editoria italiana dovrebbe dare più spazio agli autori di casa nostra e non importare qualunque cosa dall’estero.  Credo che  il successo di un autore è decretato dalla pubblicità che gli viene fatta, prendiamo per esempio Lisa J. Smith (non me ne vogliano i suoi fans) trovo che i suoi libri non siano niente di che ma tra la pubblicità che è stata fatta e il telefilm The Vampire Diaries (che per inciso non c’entra nulla con i libri) le vendite sono sicuramente alte. Ora non vorrei prendere te come esempio perché sembro di parte ed effettivamente lo sono ma ritengo che i tuoi personaggi e il tuo modo di scrivere sia veramente coinvolgente non scherzo quando ti definisco la mia Bram Stoker in gonnella o la mia Anne Rice italiana. Oltre a te posso nominare altre autrici italiane che amo ed apprezzo molto e alle quali non viene dato lo spazio che meritano come Barbara Risoli, Francesca Angelinelli, Simona Liubicich i loro libri non si trovano nelle librerie e questo secondo me è ingiusto. Come è ingiusto non vedere il tuo romanzo Moray Place 12 pubblicato e in libreria. Insomma ritengo che l’editoria dovrebbe investire qual cosina negli autori italiani almeno sforzarsi di leggere i manoscritti che gli vengono inviati cosa che credo non facciano non so se per mancanza di tempo o di personale visto che le aziende hanno ridotto all’osso i dipendenti ma credo che stiano commettendo uno sbaglio.  Questa ovviamente è la mia modesta opinione.

Pensi di regalare dei libri per Natale? E se sì, quali?

Ovviamente si regalerò dei libri per Natale e per la precisione tre libri in particolare: Sfumature del Deserto di Simona Liubicich, Il canto della Notte di Camilla Morgan Davis e Iris-Fiori di Cenere di Maurizio Temporin. Spero l’anno prossimo di poter regalare un tuo libro!!!

Grazie e a presto, è stato un autentico onore averti qui con noi.
Grazie a voi per avermi ospitato. Grazie di cuore.

mercoledì 15 dicembre 2010

Paranormal (and Ironic) Interviews: Jane Austen

Prefazione di Alessandra Zengo by Diario dei pensieri persi

Cari lettori,
ormai conoscete bene il mio temperamento da pazza e potete immaginare se questo mio carattere si scontra con l'estro multiforme di Stefania. Ne consegue che durante la telefonata nasce l'idea di fare una "seduta spiritica" con degli autori passati che entrambe amiamo e dato che il 16 dicembre ricorre l'anniversario della nascita di Jane Austen abbiamo pensato bene di evocare il suo spirito nel tepore dello studio di Samuel al numero 12 di Moray Place, Edimburgo. Una nuova rubrica pazzerella che speriamo vi possa piacere e far affiorare un piccolo sorriso alle labbra. Un'occasione per rivivere le atmosfere dei grandi Classici con divertimento e ironia. Vi aspettiamo però a Gennaio con lo speciale (serio!) interamente dedicato a Jane Austen dove riscopriremo i suoi romanzi più famosi, la sua vita privata e molto altro ancora!



MA SECONDO VOI, COM'ERA DAVVERO JANE AUSTEN?



Serata da lupi, qui a Edimburgo.
Il vento soffia forte contro le finestre di Moray Place, portando una pioggerella mista a nevischio che sporca il selciato e segna con una sottile linea bianca i davanzali. Alessandra ed io siamo qui a parlare di libri e di progetti futuri, sprofondate nel comodissimo divano di seta moiré dello studio di Samuel.
"Loro" sono fuori. Non c'è bisogno che vi spieghi perché, giusto?
Scruto con occhi distratti la libreria di Samuel fino a che il mio sguardo non è attratto da un volume antico rivestito di marocchino. Alessandra, gli occhi curiosi, le lunghe gambe raccolte sotto di sé, mi osserva mentre lo prendo e lo sfoglio, pagina dopo pagina.
"Cos'è?" chiede lei, venendomi accanto.
"La prima edizione di Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen" rispondo, accarezzando con dita riverenti le pagine che hanno quasi due secoli. "Strano trovare un libro del genere nella biblioteca di un vampiro".
Mi stringo nelle spalle.
"Lo avrà acquistato per Emily" ipotizzo. La seconda di copertina mi smentisce clamorosamente. E' un regalo che Samuel ha fatto a Marianne, nel 1974. Ho un groppo alla gola.
“Davvero? Fa’ vedere un po’!” Alessandra non sembra accorgersi del mio turbamento: le cedo il volume e lei inizia a leggere l'inizio, uno degli incipit più celebri della storia della letteratura.
"E' una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo..."
In questo momento, provo una profonda invidia per i miei amici immortali: sono stati più che testimoni del passato. L’hanno vissuto, hanno sentito il cigolare delle carrozze sul selciato di pietra, hanno osservato albe e tramonti in una nazione che stava per cambiare in maniera radicale…
Sì, lo so, sto scantonando come al solito. Scusate.
"Certo che Jane Austen doveva essere una tipa tosta". Alessandra annuisce convinta. "Una donna che ha rifiutato il matrimonio, che ha scritto per anni affrontando una società imbalsamata come quella inglese doveva essere davvero sicura di sé... o almeno penso che fosse così. Chissà come era davvero!"
"Potremmo fare una seduta spiritica per chiederglielo!" butto lì ridacchiando.
Lo sguardo di Alessandra, a metà tra il sorpreso e l'entusiasta, trasforma il risolino in una risata vera e propria.
"Giuuuuuuusto! Facciamo una seduta spiritica?"
Ok. Alessandra ha bevuto troppo whiskey. La mia faccia deve avere la stessa espressività di una parete intonacata in bianco. Alessandra annuisce vigorosamente e mi afferra il braccio con una stretta carica di energia.
"Non credo che sia il caso... Non è possibile..." azzardo, con una voce degna di Woody Allen dinanzi allo psichiatra che gli chiede perché adoperi sempre gli stessi occhiali dagli anni Sessanta a oggi.
"Dai! Proviamoci! Siamo in una residenza georgiana che trabocca vampiri e tu mi dici che non credi possibile fare una seduta spiritica?" Ops. Battuta sul mio stesso campo. "Alyssa ha un tavolino a tre piedi nel suo studio, non è vero?"
Accidenti. Alessandra è partita in quarta. Anzi, In sesta. E' scattata via, alla volta della stanza di Alyssa che ha - sicuramente - un tavolino a tre piedi. Georgiano, è ovvio.
"Ale, aspetta..." Niente da fare: è sparita. E meno male che è di casa qui, altrimenti l’avrebbero già bell’e dissanguata.
Torna dopo pochi istanti, sbuffando, con un tavolino di ciliegio tra le mani. La sua espressione dice solo una cosa: Let's do it!
Confesso di essere nervosa: tutto questo giocare con spiriti e bicchierini mi da un po' di fastidio, mi sento... strana. O sarà il temporale che ha sostituito la nevicata? Già. Adesso il vento non è più un soffio indiscreto ma un vero e proprio rombo, potente e violento, che si abbatte contro le pareti dell'abitazione, assieme a raffiche di pioggia.
"Ci manca solo Jack lo Squartatore dietro la tenda", mastico a mezza voce mentre Alessandra si siede dinanzi a me con aria ispirata. Perché ho parlato? Perché?
"Tu. Sei. Una. Fifona", mi deride. Prende le mie mani, gelide, nelle sue che sono calde e ferme.
"Non mi piace pasticciare con gli spiriti" ammetto guardandomi attorno.
"I morti devono restare dove stanno." L'occhiata di Alessandra è devastante quasi più della sua risata, carica di candido, purissimo sadismo.
"Tu sei l'ultima persona che può dire questo. Dov'è che è morto Oliver?" Taccio, è meglio. Molto meglio. Con aria ispirata, lei chiude gli occhi e alza il viso, quasi annusando l'aria. Alester Crowley era nessuno al suo confronto.
"Spiriti... anzi, no, aspetta. Spirito di Jane Austen..." "E già che ci siamo, anche di William Thackeray", aggiungo. Le scappa una risata. "Zitta!" mi rimprovera, riaprendo gli occhi.
Poi riprende, con voce talmente seria da essere quasi credibile.


"Spirito di Jane Austen, se ci sei batti un colpo!"
Il colpo arriva, e pure bello forte. Un tonfo secco, che giunge da un punto indefinito della stanza e che, per un istante copre il fragore della tempesta.
Urlo, faccio un salto indietro, cerco di lasciare le mani di Alessandra ma non posso, non ce la faccio. La sua presa è ferrea, le mani sono artigliate ai miei polsi e il viso è terreo, gli occhi semichiusi.
Oddio, ha un infarto, è la prima cosa che penso. Adesso muore e la seduta spiritica la facciamo in diretta! Poi mi rendo conto che non è morta e nemmeno moribonda: è - semplicemente - in trance.
"Chi è che mi chiama?" Una voce matura, dolce e un po' nasale viene fuori dalle labbra della mia amica. Bene. Oltre la trance, è arrivato pure lo spirito. Lo spirito? Un fantasma. Un'entità soprannaturale. Uno spettro. Un ectoplasma... No, aspetta, quelli sono verdini o bianchicci e puzzano anche un po'. O era Ghostbusters? Deglutisco. Darei due... no, facciamo tre dita della mano (e mia suocera) per un bicchierino di quello forte. Uno spirito. Resto in attesa, poi Alessandra, o chi per lei, mi fissa con uno sguardo sarcastico. "Allora? Perché mi avete convocato, mortali?" Calma. Respiro, poi abbozzo un sorriso idiota e costringo le mie labbra a porre la domanda.
"Chi sei tu?" Il temporale è l'unico suono che si sente nella stanza, oltre ai nostri respiri: affannato il mio, lento e profondo quello di Alessandra.
"Sono uno spirito. E, nella mia vita mortale, il mio nome era Jane Austen."
Ahia. L'abbiamo combinata grossa. Provo a tirar via le mani da Alessandra ma lei non molla: mi tiene avvinghiata, tanto che mi formicolano le dita.
"Potrebbe allenare la presa sulle braccia? Sa, non vorrei che si bloccasse la circolazione…” cincischio.
La stretta si fa più forte: evidentemente non vuole mollarmi.
“No, eh?” D’accordo: sono costretta in una stanza di una dimora di vampiri con una medium che non sa di esserlo, in compagnia dello spirito di una famosa scrittrice e fuori c’è una bufera di neve. C’è altro da aggiungere? Aspetta! Domani sarà l’anniversario della nascita di Jane Austen… e se le facessi qualche domanda? Anzi, un'intervista? Massì!! Quando mi ricapita un'occasione del genere?
Raccatto un po' di coraggio in fondo allo stomaco, ed è veramente poco, diciamolo pure. È la mia pazzia e l’incoscienza che faranno il resto.
"Signora, è un onore per me poterle parlare. Posso chiederle qualcosa di lei e dei suoi libri?"
“I miei libri? Qualcuno li legge ancora?” Non ci credo!"
“I suoi libri son amati da tutte le donne del mondo, sono considerati capolavori immortali!” le annuncio. “Non lo sapeva?”
“Ne avevo avuto sentore, un po’ di tempo fa ma non immaginavo che nel…a proposito, in che anno siamo?” “2010” balbetto sconvolta. È davvero Jane Austen.



“Ecco... i suoi uomini sono indimenticabili. Io amo tutti loro ma Mr. Darcy è e rimane il mio ideale. Come le è venuto in mente?” Uao! Il viso di Alessandra si illumina, riempiendosi di piacere. L’ho vista così solo il giorno che le ho presentato Oliver.
“Ah, Mr Darcy. Ritengo egli sia il mio personaggio maschile meglio riuscito. Ho sentito dire che che sia ritenuto uno degli uomini più amati della letteratura. Non voglio avere la presunzione di asserirlo io stessa ma nemmeno la falsa modestia di smentirlo. Indiscutibilmente egli per me lo è, e lo rimarrà sempre, sebbene io non voglia sminuire il fascino di uomini come il Capitano Wentworth o Mr Tilney. Darcy è sempre stato dentro di me. Attendeva solamente il momento opportuno per uscire dall'intimità della mia immaginazione e concretizzarsi nelle pagine di First Impressions, mio unico figlio adorato. E' stato per me un immenso piacere poter scrivere di lui, un uomo orgoglioso e altezzoso ma che incredibilmente riesce ad amare con un'intensità non comune per un'epoca in cui l'amore era solo un'effimera immaginazione di fanciulle che ancora indugiano in fantasie irrealizzabili."
Oddio. Parla come un libro stampato nell’Ottocento. E ora che ci penso, lei E' ottocentesca…
"E Lizzie Bennet..."



"Mah. Non capisco cosa abbiano tutti da dire su Lizzie" sbotta Alessandra - Jane. "Perchè nessuno parla della protagonista di Persuasion?" "Oh, la adoro anche io", ammetto. "Preferisce parlare di lei?" "Certamente. Mentre Lizzie Bennet rappresenta quel lato ironico, spigliato e arguto che emerge solo sfogliando le pagine dei miei romanzi, Anne Elliot è l'incarnazione perfetta della mia timida arrendevolezza. È colei che meglio mi rappresenta nella vita quotidiana che ho sempre vissuto. Lei ha rinunziato all'amore che ha avuto la fortuna di incontrare perché la sua famiglia l’ha convinta a desistere dallo sposare un perfetto signor nessuno, adducendo come pretesto la sua giovane età. Lei si fece persuadere reprimendo i suoi sentimenti per quell'uomo che anni dopo si trasforma in un capitano beffardo, ferito, ma ancora più orgoglioso di prima e che, nonostante il suo tradimento, non l'ha mai dimenticata. Nonostante le affinità tra le nostre personalità e i nostri comportamenti, Annie ha avuto una seconda possibilità per realizzare i propri sogni d'amore mentre io, Jane, giudicata la più perfetta artista tra le donne per l'immortalità dei miei libri, non sono stata altrettanto fortunata. Ho imbrigliato nei miei romanzi il perbenismo della mia epoca, ho criticato con spregiudicata ironia i costumi della società inglese, ma non ho avuto l’opportunità di essere felice. Nel profondo del cuore chi non sogna un matrimonio d'amore?”
Negli occhi di Alessandra brilla una lacrimuccia. Aiuto, aiuto! L’autrice famosa, o meglio, lo spirito dell’autrice famosa mi sta andando in crisi depressiva da abbandono amoroso. E che faccio? Mica sono una psicologa per trapassati! Cosa le dico: Coraggio, troverà lo spirito che fa per lei, prima o poi? Naaa… Meglio cambiare argomento. "E Bath? Adoro le atmosfere che descrive" la incalzo. Voglio farla parlare del mondo che descrive così bene, sperando di non causarle una nuova crisi di malinconia.
“Bath… La conoscevo bene, mia madre andava lì per curarsi, ed io con lei.” Sorride e all’improvviso, Alessandra e Jane sembrano simili: due ragazze che pensano a ricordi felici. “Bath era di gran moda nella mia epoca, ci si andava per vedere e per esser visti piuttosto che per curarsi. Ricordo le passeggiate nel pomeriggio, il sole che filtrava attraverso gli alberi delle strade che costeggiavano le Pump Room, le carrozze con i cavalli tirati a lucido…” Non ricordo che Jane Austen abbia mai descritto con tanta dovizia di particolari una carrozza. Sarà la solitudine dell’oltretomba?
La interrompo - con garbo - per evitare che finisca per descrivermi le portate dei pranzi formali.
“Davvero? Io non riesco a immaginare come fosse vivere là, nel suo… ahem… tempo.” Jane - e non Alessandra, stavolta la distinguo bene - mi scocca un’occhiataccia in tralice.
“Io sono soltanto una scrittrice per fanciulle. Non sarete una di quelle scalmanate che vuol sapere delle guerre, Napoleone e tutto il resto, spero.” Sì, penso. Poi sorrido candidamente e rispondo: “No, certo che no!”. “Meno male. Sapete, in tutti questi lunghi anni di…”. Le vedo corrugare la fronte, stringere le labbra in una smorfia perplessa. “Cielo, sapete che non mi sono mai chiesta se sono all’Inferno o in Paradiso? Secondo voi dove potrei essere?”
Sono. Inebetita. Centonovantatre anni di aldilà e chiede a una che sta nell’aldiquà dove può trovarsi?! Non credo che la sua sia stata una vita di droga, sesso, alcool e rock‘n roll: ragionevolmente dovrebbe essere finita nella parte alta della classifica.
“Paradiso?”, azzardo. “È molto probabile. Credo che l’unico peccato che ho portato dinanzi l’Onnipotente siano gli sbadigli soffocati durante i sermoni che leggeva mio padre.”
Poi mi scocca un sorriso obliquo e in quel momento comprendo che mi ha preso in giro. Eccola l’ironia di Jane Austen, quel suo mettere alla berlina la supponenza della gente, la sua fantastica, tagliente visione del mondo. Sorride, fissandomi con dolcezza.
“Stefania è stato un piacere inaspettato poter conversare con lei. Basta un semplice sfogliar di pagine per far rivivere i miei personaggi ma ben pochi sanno come sono stati creati e chi sia davvero la loro creatrice.Con questo colloquio spero che i lettori abbiano compreso l'essenza dei miei romanzi che, con delicatezza mi hanno accompagnata come fratelli sin dalla giovinezza fino all'età adulta. Spero che le mie parole, vergate su carta, possano regalare le splendide sensazioni che si sono avvicendate nel mio cuore quando le ho scritte nell'angolo del mio salottino illuminato dalla tenue luce mattutina, spero che riescano a trasportarvi in luoghi dell'anima dove vi piacerà risiedere. E adesso è il tempo di tornare nel mio silenzio. Addio, addio e grazie di aver pensato a me”.


Alessandra sospira con forza, si accascia sulla sedia. È pallida, sudata ma respira normalmente e finalmente le sue mani lasciano le mie. “Ale”, la chiamo, timorosa. “Mmh” bofonchia. “Che è? Ho un mal di testa pazzesco! Che è successo?”. “Oh, nulla. Ho solo scoperto che sei una medium e abbiamo appena avuto un’intervista ESCLUSIVA con Jane Austen”.
“Stai scherzando?” sbotta a occhi spalancati e la mandibola in caduta libera. Sembra una bambina dinanzi una vera casetta di marzapane.
“No” annuisco soddisfatta. “E anzi… che ne dici di ripeterla con Shakespeare?”

martedì 14 dicembre 2010

Romance Day... dal blog di Lady Aileen!!

E' giunto il momento tanto atteso. A partire da oggi fino al 16 dicembre 2010 il Romance a vostra scelta dovrà essere spedito al seguente indirizzo:
Centro Produzione RAI Saxa Rubra - Redazione TG1 - Largo Villy De Luca, 4   00188 Roma.
All'interno del Romance scriverete:
Sono orgogliosa/o di leggere romanzi rosa e non mi sento una lettrice di serie B. 

Romance Day, 16 Dicembre 2010 
(Link del Vs Blog o dell'evento su FB o di qualsiasi blog che parli di Romance).


Per la spedizione potrete avvalervi della tariffa Piego di Libri Ordinario, costo 1,28 euro. Dovrete usare una busta gialla imbottita, con  la scritta LATO APRIBILE su un lato. Sulla busta dovrete anche ricordarvi di scrivere: PIEGO DI LIBRI.
Tutti gli uffici postali sono abilitati ad accettare questo tipo di spedizione ma potreste trovare un impiegato che potrebbe farvi storie, in ogni caso ecco un elenco degli uffici dove sicuramente il piego di libri è accettato.
http://www.comprovendolibri.it/ufficipostali.asp

Tra i partecipanti all’iniziativa metteremo in palio tanti Romance messi a disposizione da I ROMANZI MONDADORI (Che ringrazio di cuore).
Il resto tocca a Voi! E ricordatevi di avvisarmi se provvedete alla spedizione o vi siete limitati a pubblicare bannerino e/o post
SPONSOR UFFICIALE
I ROMANZI MONDADORI
GLI AMICI DEL ROMANCE DAY:



























Theresa Melville
LadyVampiretta
Morgantica

lunedì 13 dicembre 2010

Behind the scenes: Glinda di Atelier dei Libri

 Natale si avvicina a grandi passi. Ammetto che all'approssimarsi delle feste divento un po' malinconica: penso alle persone che ho perso, ricordo con malinconia i Natali della mia infanzia e il senso di magia, lo stupore che provavo dinanzi all'albero e al presepe... Vabbè, ho proprio bisogno di stare un po' in compagnia! Oggi viene a trovarmi Glida, owner di Atelier dei libri. Oh, è già arrivata!


victoria-christmas-cards-31.jpgEccoci qui, poco prima di Natale, nella stanza di Samuel, al caldo del fuoco del camino. Lasciamo alle spalle la malinconia e parliamo un po' di te. Il tuo blog è uno dei più recenti, eppure è seguitissimo e molto apprezzato dai lettori. Come gestisci il tuo spazio sul web?

"Ah, la stanza di Samuel, è così accogliente. Innanzitutto ti ringrazio per questa possibilità.
Venendo alla domanda, be' si il mio blog è nato giusto da qualche mese ma mi da grandi soddisfazioni. Che dire, lo gestisco con passione, cerco di essere sempre informata sulle novità letterarie e di offrire ai miei lettori spunti di lettura interessanti. Adoro organizzare speciali e giveaways perchè sono sempre molto apprezzati ed è meraviglioso rendere felice qualcuno grazie ad un piccolo regalo.

Un po' di caffè lungo o un bicchierino di whiskey per scaldarci? cosa preferisci? Mentre scegli, ti chiedo di parlarmi della vita che c'è oltre il nick di Glinda. 

"Mi piacerebbe poter dire whiskey, ma sono astemia, perciò un caffè lungo e forte.
Be' la mia vita non è una delle più semplici questo è certo. Il blog è nato proprio dalla necessità di risollevarmi da un periodo molto duro che ho attraversato. Comunque oltre ai dolori e alla lettura, c'è una passione smisurata per l'arte culinaria, la continua voglia di viaggiare verso terre sconosciute e non, e l'impossibilità a dire di no di fronte ad un buon film. Ho un libro nel cassetto che ha cominciato a prendere forma in estate, e sono continuamente in cerca del lavoro perfetto!

Hai un occhio molto attento per i giovani autori italiani, cosa che mi rende felice. Come pensi che si ponga l'editoria italiana verso gli esordienti? Che relazioni hai con gli editor?

"Sono felice che traspaia l'interesse che cerco di sollevare nei confronti degli autori emergenti italiani. Penso che l'editoria italiana potrebbe fare molto di più per gli esordienti, ma sono soddisfatta di vedere che qualcosa si sta muovendo nella giusta direzione.
Con gli editor ho un rapporto molto buono, si sono tutti dimostrati molto disponibili e propositivi, sempre ben disposti nei confrontii delle idee che ho proposto loro e molto gentili. Ne approfitto per ringraziarli ancora una volta per le possibilità che mi offrono.

Quali saranno i prossimi speciali che troveremo sul blog? puoi darci delle anticipazioni? Ne possiamo parlare, vero?

"Certo che possiamo parlarne! Dunque ho in serbo uno speciale su Margaret Gaiottina e Violet Folgorata e la loro bellissima saga sui Vampiri dagli occhi viola; a breve intervisterò Alyson Noel, autrice statunitense che ha scritto la saga Gli Immortali di cui proprio ora stò facendo un giveaway e poi ho una sopresa niente male per gli amanti di Melissa de la Cruz e la sua saga angelico-vampirica Sangue Blu, adoro entrambe le autrici perciò non immaginate la mia emozione! Può bastare?"

Accidenti! certo che ti dai da fare, brava!
Poesia o prosa? Classici o moderni?
"Non me ne vogliano gli appassionati di poesia, o i poeti stessi, ma se devo scegliere, non posso che optare per la prosa. La trovo più coinvolgente, più diretta e in qualche modo più alla portata di tutti. Tra i classici e i moderni, direi moderni perchè la letteratura di oggi offre molte più possibilità, anche se ci sono dei mostri sacri della letteratura classica che non potrebbero mai essere messi in un angolo!"

Un'ultima domanda, prima di salutarci.Un libro che ti ha cambiato la vita, quello che porteresti con te su un'isola deserta, come un "migliore amico". Qual è e perché?
"Dunque, questa è una bella domanda, non difficile ma bella. Il libro che mi ha cambiato la vita è senza ombra di dubbio Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde, letto per la prima volta a sedici anni. E' il romanzo che mi ha aperto la mente, che mi ha illuminata di una luce tutta nuova, facendomi riconoscere parti di me che sino a quel momento non ero riuscita ad interpretare. Oltre che alla storia affascinante e grottesca in un tempo, che mi ha catturata nel profondo, è stata la sconfinata bellezza che trasuda quest'opera a farmi innamorare e comprendere di avere un animo molto simile a quello di Wilde, frivolo forse, ma delicato. Anche il modo con cui lui descrive un semplice fiore riesce a farmi commuovere, dunque non potrei chiedere di più."

Grazie per la tua gentilezza! E stato un piacere averti qui con noi! 
"Il piacere è stato mio Stefania, un abbraccio grandissimo e tanti tanti complimenti per il tuo lavoro!"