giovedì 9 luglio 2009

Mode letterarie o cos'altro?

Carissimi...questa è l'extended version di un articolo comparso sul seguitissimo Junerossblog. Per ragioni di spazio, abbiamo dovuto tagliare delle parti che compaiono in questa sede. Ringrazio tutti colo che lo hanno già letto e commentato.
Agli altri... buona lettura!


Vampiri…perché?

Oscuri segreti, castelli diroccati e notti senza luna hanno sempre esercitato un fascino particolare. Mentre leggiamo quelle pagine cariche di suspance ci sembra quasi di sentire il fruscio del vento gelido alle nostre spalle e o di udire una porta che sbatte, lontano.
Non c’è che dire: mistero e romance formano un connubio intrigante, capace di tenere incollato lettori, e soprattutto lettrici, dalla prima all’ultima pagina. Basti pensare alle pagine di Ann Radcliffe, autrice dei primi romanzi gotici, ai primi dell’Ottocento, che riscosse un immenso successo o dell’aura di mistero e decadenza che avvolse la figura di Lord Byron, giusto per fare un paio di esempi.
Oggi più che mai, il fascino del mistero e del paranormale è diventato molto più marcato, tanto da genere rare veri e propri fenomeni di costume. L’effetto Twilight è sotto gli occhi di tutti: cosa c’è di più interessante di un giovanotto pallido, belloccio e misterioso per attrarre l’attenzione di una ragazza solitaria e timida? E se è anche buono, nel senso che non accarezza con i suoi lustri dentini il collo di belle fanciulle ma solo la criniera cespugliosa dei suoi prediletti puma, non è anche meglio?
Ebbene sì. Lo ammetto: questa febbre da vampirismo ha colpito anche me, sia come lettrice che come scribacchina. In verità, potrei definirmi una portatrice sana del virus, poiché il mio primo scritto a tema vampirico risale ai miei gloriosi – e lontani – sedici anni. Trovco che siano creature affascinanti e l’idea di esseri che vivono attraverso il tempo mi ha sempre intrigato.
Il revival che c’è stato negli ultimi mesi mi ha portato a fare anche una serie di considerazioni, più o meno serie. Il genere “mostri & c.” (mostri affascinanti, eh…vampiri, demoni, lupi mannari e quant’altri volete) era stato dichiarato morto e sepolto da una ampia schiera di commentatori che avevano definito il genere obsoleto. Sono stati smentiti. Il mercato non mostra segni di saturazione e anzi, la letteratura di genere sta uscendo fuori dal suo ambito di nicchia per diventare lettura ( e letteratura) diffusa, non solo tra ragazzini vestiti di nero che ascoltano i Sepultura o i Black Sabbath ma anche tra giovani donne che sfoggiano in metropolitana con nonchalance libri dalle copertine decorate da schizzi di sangue, lame, coltelli, zanne e affini.
La domanda sorge spontanea ed è perche’?
Vediamo un po’… Analizziamo il personaggio dark per eccellenza, quello che per ora anima i sogni di molte, quello con cui ho più confidenza, visto che ne sto scrivendo.
Il vampiro.
Di solito scuro di capelli, sexy da paura, alto, forte, fascino magnetico e animale, amante instancabile e appassionato, inesorabilmente portato alla redenzione dall’eroina di turno, rappresenta l’archetipo del bello e maledetto. Questa figura - che farebbe la felicità di ogni donna, diciamola tutta – è stata formulata con “Il vampiro” di Polidori, che in esso raffigurò alcune caratteristiche del suo amico/rivale Byron. Il povero Polidori morì in povertà solo e disperato e il suo vampiro gli sopravvisse, consegnando il suo nome alla fama.
Se dobbiamo trovare IL VAMPIRO, è ovvio che dobbiamo andare più avanti… a un vecchio irlandese sconclusionato che cercava a fatica il suo posto nel mondo teatrale vittoriano: Bram Stoker.
Il suo Dracula, che prende le mosse da un personaggio storico reale, Vlad L’impalatore – bel tipino, con il vizio di impalare quanti si opponevano alle sue idee, ma tant’è… altri tempi – è il primo vampiro dotato di tutte quelle caratteristiche che adesso noi troviamo nell’archetipo letterario del vampiro. Inquietante, potente, dotato di un fascino perverso e animalesco, creatura della notte e del peccato. Fu un personaggio che nel periodo represso qual era il periodo vittoriano, la sua figura poteva essere accettabile solo se destinata alla morte: troppa sensualità, troppi richiami al sesso (tant’è che le donne vampirizzate, Lucy prima e le tre mogli di Dracula poi, vengono fatte fuori in fretta e furia con un bello sgozzamento: troppo sexy per un’epoca inibita come quella vittoriana in cui le camicie da notte avevano…il buco in basso!). Il sangue, componente essenziale della vita e nutrimento dello zannuto di turno, compare come un richiamo alla sessualità femminile, che attorno al sangue gravita, e non solo: ora come allora, il sangue è fonte di contagio, allora per la sifilide, oggi per l’Aids. Il vampiro contagia, distoglie la donna dalla sua vita di ogni giorno per portarla in una dimensione anomala, e anomica, lontana dall’idea di moglie e madre per trasformarla in una donna piena di bellezza e di sensualità. Il vampiro è una figura strettamente legata al sesso, è sempre ammantata di un’aura di fascino che toglie il respiro e relega nel dimenticatoio qualunque marito/ amante/ fidanzato esistente nel raggio di 30 chilometri.
Certo, la letteratura moderna ha creato altre figure, delle variazioni su tema che si allontanano – e parecchio – da questa figura. Il mostro è tornato ad essere tale, come nel caso di “Io sono leggenda” o si muove in un universo parallelo, come accade nel caso di Laurell Hamilton. Nel suo “anitaverse” la creatura più normale è un lupo mannaro, la protagonista richiama indietro i morti e parla con le pantere, il suo amante immortale ha un’età variabile tra i tre e i quattrocento anni e tutti insieme appassionatamente frequentano un club in cui si serve sangue alla spina… più o meno. Ammiro molto lo stile fresco e graffiante della Hamilton, e soprattutto la sua ironia. Lei, assieme ad Ann Rice, rappresentano sicuramente le autrici più conosciute dalle nostre mediterranee sponde in tema di zannuti & c. La Ward, anch’essa grande autrice sconta il problema del non esser stata ancora tradotta e adeguatamente pubblicizzata dalle nostre parti( per cui… aspettiamo pazienti.
E Ann Rice… chi può dimenticare il povero, fragile miserrimo e anche un po’ palloso Luis? Diciamola tutta. Sei un vampiro, hai poteri immensi, sei bello da paura e che fai? Piangi. Eh, no… hai voluto la bicicletta? Pedala! Corrompi giovani fanciulle consenzienti e portale alla perdizione anziché macerarti nel dolore per la tua condizione che adesso è diventata un po’ pesante da sopportare o per lo meno, va’ in analisi…
Sicuramente, Lestat è assai più riuscito come personaggio. Laido, ipocrita, arrivista, cinico e senza scrupoli, meschino e vigliacco, è un personaggio perfetto. Per mio conto, ha un solo problema e suppongo che voi, mie care amiche, sappiate a cosa mi riferisco...
Il problema rimane insoluto. Perché adesso c’è tutto questo spasmodico desiderio di leggere di demoni e vampiri e lupi mannari?
Le risposte, a mio parere, sono molteplici. Oggi, le donne sono costrette a vivere una vita che spesso le costringe a rinunciare ai loro sogni e ai desideri. Si trovano costrette a dividersi tra un lavoro che magari non amano, una famiglia che richiede loro attenzioni pressanti, a dei ritmi dettati dalla quotidianità che spesso tagliano fuori i loro bisogni interiori. La lettura diventa per molte la via di fuga da un’ordinarietà soffocante, che tarpa le loro ali e lascia loro una sola possibilità di fuga: i sogni (sempre ammesso e non concesso che dopo una giornata di nguuuèèè, pappine, stirare, lavare, pulire, correre al lavoro, raccogliere i cocci del marito depresso per la partita/lavoro/giornata andata male, abbiano ancora la forza di farlo…).
Il vampiro maschio è MASCHIO. Maschio nel senso di uomo che ti porta a letto e che non si limita a un paio di minuti, spegni la luce e buonanotte. E’ un uomo che irretisce e corteggia, che rapisce i sensi e il cuore, e soprattutto, non è depilato come Costantino o qualche altro tronista, che ti dedica una carezza distratta, è un maschio che ti pone al centro del suo mondo, che ti fa sentire speciale. E’un uomo che ascolta, anziché mugugnare.
In particolare, credo che nel genere romance-paranormal, ci sia stata una sorta di passo avanti: dal duca affascinante, dal marchese donnaiolo impenitente, dal lord maledetto si è passati ad un personaggio che raccoglie tutte queste caratteristiche, mescolate con occhi ipnotici (possibilmente neri), un sorriso letale e lucido che celano gli istinti mostruosi. Essi vengono mescolati al fascino e alla ricchezza, perché, è ovvio. I vampiri sono ricchi sfondati. Avete mai sentito di un vampiro povero in canna che sia fascinoso? Se ne avete notizia, fatemi sapere…e poi, comunque a che ti servono i soldi se con un’occhiata e un po’ del tuo micidiale fascino puoi avere il mondo ai tuoi piedi? (oltre la donzella di turno, più o meno consapevole del rischio che corre).
E’ l’uomo nero che sognavamo da bambine… solo che adesso la paura ha lasciato il passo alla sensualità, alla passione, al desiderio, a ciò che spesso non siamo in grado di trovare nei nostri partners. Paura e sensualità mischiate fanno l’effetto di una bottiglia di champagne che non riesce a esplodere. E se e quando esplode… chiudiamo il libro chiedendoci perché la nostra vita sentimentale sia così desolante e piatta.
Per carità, non voglio insinuare che il nostri mariti/compagni/ fidanzati non siano sexy e affettuosi… ma siamo sincere. Se siamo morte dietro Wulfric Bedwin ( chi ommmooooo!) o sbaviamo al pensiero di Jamie Frazer, qualcosa questo significherà…
E se restiamo con la bocca aperta dietro ad Edward o Carlysle Cullen, cosa significa?
Io ho una mezza idea: in quelle pagine la nostra psiche trova la possibilità di essere disinibite e libere come non riusciamo a essere nella vita reale. Significa forse che sogniamo di sentirci amate nella nostra quotidianità di un amore unico e immortale, che ci rapisca nel buio della notte e faccia vibrare l’anima, i nostri sensi, tutto il nostro essere per l’eternità, in compagnia di uno stangone di quasi due metri che se ne frega se abbiamo la cellulite e la nostra piega non è proprio fresca di parrucchiere.
Sogniamo di diventare creature speciali, amate come mai nessun’altra prima. Il fatto che questo possa significare torturare, ammazzare cristiani e bere il loro sangue (non necessariamente in quest’ordine) diventa un dettaglio insignificante. I Cullen, da questo punto di vista, risultano più “accettabili” perché si nutrono del sangue di animali e non attaccano gli umani (anche se vorrei sapere cosa pensano puma, alci e orsi delle loro abitudini alimentari). Sono politically correct senza perdere un grammo del loro inesauribile fascino, lasciando scolorire l’aura maledetta che da sempre accompagna le creature della notte.
Sogniamo, forse, di trovare un amore talmente straordinario che spazzi via tutte le nostre insicurezze e le paure che popolano la nostra pesante quotidianità, anche se di amore ne abbiamo a bizzeffe… solo che è umano, scontato e non ce ne rendiamo più conto. Ci siamo dimenticate, forse, di cosa provavamo nei primi mesi del nostro rapporto, o meglio, è stata la vita di ogni giorno a farcelo dimenticare. Ma l’amore che proviamo è vero, reale. Non verrà mai meno, a ogni sorgere del sole o a ogni calar della notte e sarà sempre con noi, anche se non ci farà volare sui tetti o non ci trascinerà nel cuore di un castello nascosto in una foresta.
Ricordiamocelo, la prossima volta che ci soffermeremo a osservare la luna, sognando un amante immortale che ci scruti nel sonno dietro la finestra del nostro appartamento al quarto piano…

3 commenti:

  1. Ehm, che dire? Ci hai preso proprio!
    Te lo posso assicurare in qualità di diciottenne che sogna tutte le notti che il "suo" Edward arrivi e le faccia vivere una storia d'amore che toglie il fiato e che fa invidia... Ma anche se l'illusione in molti casi è migliore della realtà, bisogna comunque guardare negli occhi la persona che ti sta accanto (sebbene accanto a me non ci sia nessuno!) e guardare ancora una volta il loro amore in quello sguardo. O no?
    Le tue parole appassionate mi fanno sperare ancora e di più nell'esistenza di quell'amore terreno e reale che non ho ancora avuto la possibilità di trovare...
    Complimenti di nuovo per la tua bravura con le parole!

    Anna

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  2. Ciao
    la tua riflessione oltre ad essere intelligente, garbata e ironica e quanto di più interessante abbia letto sull'argomento, e credimi ne ho letto veramente tanta di roba.
    Complimenti, leggerti è stato un vero piacere.
    Baci
    Cris

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  3. Una riflessione interessante e che condivido.

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