giovedì 7 luglio 2011

Dopo molto molto tempo...

Ho abbandonato questo blog. Mi scuso con chi mi seguiva, ma troppe cose sono accadute. Eventi che mi hanno lasciato addosso una quantità di amarezza tale da schiacciarmi lasciandomi avvilita per molte settimane.
Le persone ci deludono. Ci feriscono. Anche io ho ferito e deluso, ma mai con deliberata cattiveria. Altri non sono stati così gentili.
Ma tant'è, è il gioco della vita. Ho avuto tempo per riflettere ed andare avanti, ricostruire le mie difese ed aprire gli occhi: decisamente, sto meglio. Più serena, più consapevole.
Chi ha dei problemi con me, li avrà sempre. Io non gli renderò la vita più facile porgendo l'altra guancia.

Ed allora... dove eravamo rimasti?
I libri e alle nuove avventure. Riprenderò presto behind the scenes, con un'intervista che da troppo tempo aspetta di esser pubblicata. E poi parleremo ancora di libri, di lettura e di romanzi. Continuate a seguirmi su Diario di Pensieri persi: e qui, voglio ringraziare le fantastiche ragazze che lo compongono. Siete speciali, girlz!
Presto arriveranno nuove news sul mio prossimo lavoro, un romance ambientato in Scozia... e credetemi, saranno scintille!
love forever
s.

martedì 22 marzo 2011

Autori per il Giappone

Devastazione. Morte. Paura. 
E' vero che ormai la televisione ci ha abituato a visioni di queste catastrofi fin quasi a desensibilizzarci. "E' lontano, la nube radioattiva non dovrebbe arrivare qui da noi", sento di re da alcuni; "Il Giappone è un paese ricco, si riprenderà presto", dicono altri. Allora mi viene la nausea.
Parole. Sciocche, stupide parole di persone che non riflettono, nemmeno per un istante, sullo strazio che devono provare altri esseri umani nel vedere il proprio mondo fatto a pezzi senza una ragione. L'unica cosa che ti rimane è ciò che indossi perché tutto, tutto ciò che avevi ti è stato strappato: padre, madre, figli, marito o moglie, fratelli e sorelle, amici, colleghi di lavoro, vicini di casa. La tua casa non c'è più. Non ci sono più le strade, familiari e amiche in cui ti muovevi sovrappensiero. Non c'è più il panorama che conoscevi, i visi familiari, gli oggetti cari.
Nulla.
Se ci si ferma a pensare, anche solo per un attimo a ciò che può significare un terremoto durato sei minuti e uno tzunami, allora ci si fa - vagamente - l'idea di cosa debba provare un sopravvissuto. 
Non è un castigo divino, come qualche commentatore demente ha pensato: è la prova che la nostra Terra è viva e che dovremmo averne più cura, anziché disseminare fabbriche e centrali nucleari in zone sismiche ( hai capito, zio Silvio??).
Ma non sono qui per questo. Voglio invitare tutti voi miei lettori a leggere i racconti postati sul sito Autori per il Giappone, fortemente voluto da una scrittrice che stimo molto, Lara Manni. Lara ha scritto due volumi, Esbat e Sopdet (che vi consiglio), ed è una persona di grande forza e generosità: ha deciso di promuovere un sito in cui raccogliere i testi e i disegni di autori, famosi e non, al fine di raccogliere fondi attraverso Save the Children, un'organizzazione umanitaria che non ha bisogno di presentazione. Leggete ( anche il mio, se vi va) e lasciate un contributo anche piccolo, un euro o due. Ma non restate indifferenti.
Non vi faccio i nomi degli autori o degli illustratori: dovete andare sul sito, e leggerli, e commuovervi, emozionarvi, comprendere per divenire parte di questo gesto di UMANITA'. Preferisco questa parola alla più abusata solidarietà, termine sfoggiato a sproposito in ogni salotto televisivo con tanto di lacrimuccia finta. Si tratta di esseri umani come noi: dovrebbe essere un gesto spontaneo quello di tendere la mano verso chi ha bisogno di sentirsi ancora un uomo.


Se leggete questo blog, date una mano. Fatelo. Pensate a come vi sentireste se i vostri figli non avessero cibo per sfamarsi o coperte per proteggersi dal freddo. Pensate a come vivreste i giorni dopo aver perso gli oggetti che hanno segnato la vostra vita, immaginate cose significherebbe per voi vedere la vostra famiglia spazzata via da un'onda, senza poter far nulla per impedirlo.
Non chiudete il vostro cuore all'indifferenza, ma riflettete. 
Provate a immaginare anche solo per un istante cosa significherebbe per voi.


Non siate persone che cliccano e passano oltre senza donare. Senza aiutare a risollevare una, cento, mille vite.

giovedì 10 marzo 2011

Auld Reekie #8

Capitolo 8


«Buongiorno, Margareth.»
La voce quieta di Joanne risuonò nella sala da pranzo piena di una luce mattutina pigra. Entrò e chiuse la porta alle spalle della domestica, lanciando uno sguardo penetrante ai suoi fratelli.
«Finalmente sei arrivata! Quella dannata vecchia non la smetteva di ronzare qui attorno». Ester respinse il piatto di pancetta che si trovava dinanzi. «Cielo, questa roba mi nausea! Ma è proprio necessario fingere di mangiare?»
Joanne le rispose con pazienza, prendendo un piatto con delle uova dal servo muto. «Non piace a nessuno di noi, Ester, ma non abbiamo alternative. La Fratellanza è alle nostre calcagna e non possiamo permettere che la servitù inizi a sospettare qualcosa.»
Mise il piatto dinanzi a sé e rimestò il cibo con le posate; poi sollevò lo sguardo su Samuel, che leggeva il giornale.
«Che cosa pensi di fare?» domandò, a voce bassa.
Nella stanza cadde il silenzio.
Samuel le rispose senza guardarla, continuando a leggere lo Scotsman. Dinanzi a lui, un piatto di salsicce giaceva intonso, assieme ad una tazza di thè. «Sto portando a termine la cessione dell’impresa con Oliver. Le ragazze, Will e John partiranno entro questa settimana; io e te, la prossima. Annunceremo la nostra intenzione di fare un viaggio in Europa, per climi più caldi. Oliver rimarrà qui, assieme a Zach.» La scrutò, gli occhi piantati nei suoi, fissandola senza battere ciglio. «Spero per te non sia un problema.»
Joanne abbassò lo sguardo sul piatto. Per un momento ebbe voglia di urlare che sì, era un dannato problema. Ma non poteva: Samuel era il suo capo, prima ancora di essere suo fratello di sangue. Lei, Ester, Lizzie, Zach e Samuel avevano avuto lo stesso padre: lo stesso vampiro li aveva trasformati. Samuel era il più anziano tra tutti loro e aveva preso il comando quando Robert, il loro Padre, aveva cessato di esistere molti decenni prima.
Will, John, Oliver, invece, erano stati creati da Samuel. A differenza di Robert, lui aveva offerto la possibilità di scegliere: aveva dato loro la libertà di accettare o meno la via del sangue, cosa che Joanne reputava sacrosanta.
Quanto a lei, aveva un compito specifico: era la Guardiana. Le era stata affidata la tutela dei suoi fratelli;sarebbe stata lei a sostituire Samuel, nel caso in cui fosse perito.
Lui le lanciò un’occhiata obliqua; poi tornò a immergersi nella lettura. «Zach verrà stasera: sta tenendo d’occhio la casa di Dyce. Will gli darà il cambio stanotte.»
«Ha trovato qualcosa?», chiese Joanne, allontanando il piatto con un gesto secco: Ester aveva ragione, l’odore del cibo era nauseante.
«Poco: lettere di Corbridge e di Faber, nulla che già non sapessimo. Purtroppo, non vi era nessun elenco riguardo ad altri contatti qui in città.» Samuel richiuse il giornale con un gesto secco, persino nervoso. «Stanno progettando un’offensiva contro di noi. È questione di tempo.»
«Quanto pensi che sappiano?», domandò Lizzie, inquieta.
«Molto, temo. Tellman, il responsabile della Fratellanza di Londra ha una missiva di Oliver e una mia lettera indirizzata a Sirius: entrambe sono dirette a quest’indirizzo: Zach ha letto gli appunti di Dyce.»
Joanne sgranò gli occhi. «Ma… sono lettere di sessantanni fa!»
Samuel aprì le braccia, stizzito. «Già! Le hanno conservate, accidenti a loro! Appena realizzeranno il collegamento tra gli autori delle missive e noi, ci avranno scoperti. L’unica cosa da fare è anticipare la partenza.»
Joanne picchettò con le dita sul tavolo, poi annuì con energia. «Dobbiamo agire tenendo un comportamento il più possibile usuale. Per fortuna, è nuvoloso e non avremo problemi con il sole. Preleveremo delle somme di denaro per ogni esigenza. Limiteremo le uscite notturne; saremo sempre in coppia o più, mai da soli. Resteremo solo io e te; Zach rimarrà in incognito e Oliver dovrebbe essere al riparo dai sospetti, visto che è ricomparso da meno di tre anni e che non vive con noi.»
«Molto bene. Comunica queste disposizioni agli altri e…».
Samuel spalancò gli occhi, lanciando uno sguardo alla porta. Un istante dopo, qualcuno bussò e di colpo, tutti finsero di mangiare. Persino Ester arricciò il naso e accostò la tazza di the alle labbra.
«Il vostro segretario, padrone», annunciò la governante.
Will entrò, chiudendo la porta alle spalle. Il suo sorriso aveva un che di furbo e di malizioso, quella mattina. «Buongiorno signori. Sappiate che da qui a tre minuti diluvierà, quindi è il momento adatto per uscire. Sarà nuvoloso per tutto il giorno.»
«Volete una tazza di caffè, signor Munro?». Joanne aveva parlato con voce rilassata, ma con gli occhi fissi alla porta. Quell’impicciona della governante stava origliando di nuovo.
Will si voltò a fissare la porta chiusa e ridacchiò. «Sì, grazie, signora Griffin. Sapete, stanotte abbiamo fatto tardi con il signor Hates Hates.»
Passi furtivi, umani, si allontanarono lungo il corridoio. Piatti e bicchieri tornarono sul tavolo.
Ester rise: John era rientrato alle cinque del mattino, con addosso l’odore di una femmina umana. Lizzie si limitò a scuotere il capo, contrariata. «Non dovreste passare la notte in giro da soli, con tutto quello che sta succedendo», considerò la ragazza a bassa voce, tenendo gli occhi fissi sulla porta. «Potrebbero attaccarvi.»
Will prese una tazza, la riempì di caffè e si sedette a tavola. Il suo buonumore non era stato scalfito dalla tensione che si sentiva nella stanza. Si strinse nelle spalle. «I Fratelli della luce? Che possano farsi fottere all’inferno!».
Samuel alzò gli occhi. Erano glaciali.«Ci sono delle signore in questa stanza, Will. Non gradisco che tu ti esprima in questo modo.» 
Nella stanza calò un silenzio imbarazzato. Samuel si alzò in piedi e li fissò, uno a uno. «Non stiamo scherzando. Lo ripeto: la nostra salvezza dipende da quanto riusciremo a essere credibili. Stiamo rischiando tutto ciò che abbiamo, il nostro mondo può andare in pezzi da un momento all’altro e noi con lui. Sei Fratelli della Luce ci scoprono, non avremo possibilità di salvarci. Avete capito? Nessuno scampo. Moriremo tutti.»

 
Il nostro mondo è in pericolo, pensò Samuel con gli occhi fissi sul selciato sporco di fango. Tutto ciò che ho costruito, i miei figli, i miei fratelli… potrei perdere ogni cosa.
Per secoli, lui e i suoi simili si erano mescolati agli umani, vivendo con loro, prendendone le abitudini, generazione in generazione. Questo era potuto accadere perché molte delle leggende sulla loro natura erano false e gli uomini ignoravano quale fosse la loro vera essenza.
Erano corpi morti. Non respiravano: l’aria non era più necessaria, simulavano solo per mimetizzarsi meglio. Il loro fisico non aveva più le caratteristiche umane: non sentivano più fatica o dolore. Non avevano più un cuore che batteva. Non potevano neanche essere uccisi da un paletto, né urlavano dinanzi a un crocifisso o all’acqua santa.
Non potevano stare alla luce del sole, era vero, ma questo non significava che non potessero uscire di giorno. L’importante era che i raggi del sole non li colpissero direttamente, altrimenti la loro pelle si sarebbe ustionata, accartocciandosi come un mucchio di foglie secche. Il fuoco li indeboliva ma non li uccideva.
C’era solo un modo per eliminarli, e su questo il mito aveva ragione: tagliare loro la testa. Purtroppo, i Fratelli della Luce lo conoscevano bene.
Avevano bisogno di sangue umano per nutrirsi. Tuttavia, disciplina e rigore avevano dato i loro frutti e adesso il numero delle loro vittime era divenuto molto basso.
Quasi, si corresse poi, con un sorriso soddisfatto. Il ricordo della notte precedente riempì la sua bocca di un sapore dolce e caldo. Si leccò le labbra e tornò a concentrarsi sul carteggio che aveva davanti: un mucchio di ricevute che dovevano essere controllate prima di liquidare la sua impresa. Gli piaceva quel lavoro: aveva posseduto attività commerciali sin dal secolo precedente e aveva scoperto di possedere talento per gli affari. In questo lo aiutava Oliver, che si occupava della gestione degli affari legali: era un avvocato molto preparato.
E non solo: era una creatura di una freddezza e di una determinazione fuori dal comune.
Mentre Will aveva mantenuto alcuni brandelli di umanità, Oliver invece, li aveva sradicati con metodica precisione. In un tempo brevissimo, aveva ottenuto quel distacco dall’umanità che gli esseri come loro ottenevano con anni di buio, di massacri e assassinii.
Era lo scotto da pagare per la loro condizione. E tuttavia, da prezzo, si trasformava in vantaggio: niente pene, niente rimpianti, niente sofferenza. Il disprezzo di tutto ciò che era umano diventava liberatorio, aiutando a vedere la vita per ciò che è: un tempo più o meno breve, affannato,pieno di illusioni in cui non esisteva uno scopo, né sicurezze se non quella della morte.
Sapeva guardare oltre la condizione umana. Sentiva il bisogno… la fame di vita e non si tirava indietro dinanzi a niente per proteggere ciò che aveva di più prezioso: l’immortalità.
Molti esseri umani non si rendevano nemmeno conto di essere al mondo: consideravano la propria vita senza fine, mentre il tempo fluiva addosso loro, senza accorgersi di invecchiare fino a morire. Non sapevano che sarebbe bastato uno schiocco di dita del destino per spezzare quell’illusione.
Samuel, invece, lo sapeva: per primo era stato vittima di quello schioccar di dita; a sua volta, il destino si era servito di lui per porre fine a delle esistenze inutili.
Senza rimorso alcuno.


Nascosto nell’ombra di un portone, Zach osservò l’entrata del numero 17 di Albany street. Sopra di lui, un cielo grigio, basso, che sembrava dovesse dissolversi in una tempesta da lì a pochi istanti.
George Dyce aveva avuto visite: tre gentiluomini. Senza dubbio, qualcosa di strano si stava preparando: era rimasto sveglio tutta la notte, inquieto, a passeggiare nel suo studio. Zach lo aveva spiato, nascosto nel buio della sala d’ingresso, ed era scivolato via poco prima dell’alba, quando la sguattera di cucina si era alzata per accendere il fuoco. Sorvegliava quella residenza da giorni, la conosceva bene e ormai entrava ed usciva a suo piacimento.
Zach Shaw sapeva forzare le serrature, sbloccare fermi e chiavistelli; era silenzioso e leggero, un soffio di vento. Lui era la spia nel loro gruppo, ombra tra le ombre. Era colui che non esisteva.
Iniziò a piovere. Zach sentì delle gocce bagnargli il collo sotto la falda del cappello. In pochi istanti, la pioggia aumentò d’intensità, e lui capì che quello era il momento adatto per avvicinarsi alla casa per sbirciare all’interno.
Mescolandosi ai passanti che correvano per trovare riparo, si avvicinò all’abitazione di Dyce e si nascose dietro un anfratto dinanzi all’ingresso. Da lì, attraverso il velo spesso della pioggia battente, riuscì a vedere i tre uomini che parlavano con il medico. In quel momento qualcun tirò via le tende dalla finestra, forse per ottenere più luce e Zach si accorse che non erano soli: altri uomini erano nella stanza assieme a loro.
Chi accidenti erano quei due?
Con una mano sul cappello, Zach allungò il collo. Tutti gli uomini erano chini su un tavolo, coperto di carte e mappe della città. Uno di loro gesticolava, gli altri annuivano. Dyce, un po’ più distante, seguiva con lo sguardo la discussione. Aveva l’aria angosciata e scuoteva il capo.
D’improvviso, uno di loro alzò la testa di scatto e si voltò verso il padrone di casa che annuì, con energia. L’altro rise e un secondo uomo si alzò per bere un bicchiere di vino, dopo aver indicato dei punti su un foglio.
Per la prima volta dopo più di un secolo, Zach sentì un brivido. Non era eccitazione o di desiderio. Con fatica, quasi con stupore si rese conto che era un’emozione stridente, improvvisa, che lo sconvolse fino a fargli spalancare gli occhi. Perché aveva avuto paura.
Aveva riconosciuto quegli uomini, ne aveva visto i ritratti molte volte.
Michael Burgess e Spencer Corbridge.
I capi della Fratellanza della Luce.

Ta-dah!

SONO TORNATA!!! :-)

 Sì! dopo influenza, mia e dei pargoli, ristrutturazione, e trasloco... sono finalmente qui. Inutile dire che mi siete mancati tantissimo: il contatto con i miei lettori è cresciuto ed è divenuto importante nel tempo. In una parola, vi adoro! 
Un consiglio: non traslocate. MAI. E' snervante, toglie ogni capacità di concentrazione e energia.
Il lato positivo della faccenda è che finalmente ho una casa mia e presto avrò una magnifica libreria a parete per contenere il numero sempre crescente di libri (vi ho detto che avevo 46 scatoloni di solo libri miei) (senza contare quelli di marito e figli, eh!... in tutto 211 scatoloni).
Ma veniamo a noi!
Vi annuncio che presto saranno ospiti del blog Juneross e Gloria Passarin e che a breve leggerete la recensione di un paio di volumi che ho miracolosamente trovato il tempo di leggere :-). E che, se tutto va bene, se non accadrà qualche rivolgimento epocale, avrete presto un nuovo capitolo di Auld Reekie da leggere...
so, stay tuned! e perdonate la mia assenza!

lunedì 28 febbraio 2011

ASSENZA

Carissimi lettori,
è da un pò di settimane che Stefania è assente dal blog e più in generale dal web. Vi rassicuro dicendo che non è perita sotto una montagna di scatoloni ma che è solo impegnatissima con il trasloco verso una nuova dimora (non Edimburgo ahimè :D)!!
Non dovrete aspettare ancora molto comunque perchè prestissimo tornerà alla riscossa più in forma che mai (si spera!).

Vi mando un abbraccio e i più calorosi saluti (e scuse) dalla Stefy. ;D
Alessandra

martedì 15 febbraio 2011

Una lunga assenza...

... dovuta a un'influenza bastarda che mi ha tenuta a letto, a un trasloco che è ormai prossimo e all'influenza dei miei bimbi. Volevo tranquillizzare i miei lettori: non ho abbandonato il blog ma sono stata troppo presa a soffiarmi il naso e far pacchi (per la cronaca: 45 pacchi di soli libri!)! Scusate! Spero presto di potervi regalare nuove recensioni e interviste, nel frattempo... un abbraccio :-)

lunedì 31 gennaio 2011

Behind the scenes: Marco Piva di Corpi Freddi

Bentornati a Moray Place, carissimi amici! Oggi è una giornata fredda, spira un bel venticello fresco dal nord, e stare al calduccio per una buona chiacchierata su libri e autori è proprio l'ideale. Oggi è venuto a trovarci Marco Piva di Corpi freddi, un blog gestito a più mani che si occupa prevalentemente di gialli e noir. Inutile dire che sono una grande fan di questo piccolo gioiello, un blog curatissimo sia nell'estetica che nei contenuti. Se non lo conoscete, andate pure a dare un'occhiata: troverete interviste e recensioni interessantissime, schede di lettura complete in ogni dettaglio e blogger di altissimo livello. Davvero, Corpi Freddi è un vero e proprio must per coloro i quali vogliono trovare un bel giallo da leggere. La panoramica offerta è di alto livello e davvero, il lettore non farà fatica a trovare la "sfumatura di nero" più adatta a sé. 


Ciao Marco e benvenuto qui a Moray Place. Innanzi tutto parlaci un po' di te... o passiamo subito al beveraggio? Alcolici (in puro stile detective Marlowe) o qualcosa di più salutista?
Assolutamente salutista. Mens sana in corpore sano. Per fare in modo, almeno a livello fisico, di diventare "freddo" il più tardi possibile ^__^ 

Occcheiii, niente whiskey delle Ebridi. UN bel thè caldo, che ci sta sempre bene, allora.
Dunque: sei blogger, critico letterario, giornalista... qual è l'attività che preferisci?
Nessuno di questi tre paroloni. Mi ritengo "lettore consapevole". L'amore e la passione per la lettura è stata la mia palestra formativa.

Come nasce Corpi freddi? E' blog interessantissimo e molto seguito, che si avvale dell'apporto di numerosi collaboratori. Avete delle linee guida o " suonate a orecchio"?
 Corpi freddi nasce da un gruppo di amici speciali che hanno deciso di condividere insieme questa grande passione verso la narrativa di genere. Siamo un team di lavoro molto legato e affiatato, questa unione e questo spirito d'intenti è la nostra forza. Crediamo in una critica disinteressata e appassionata, forse meno di forma ma senz'altro più di cuore. E credo sia questo il motivo della nostra progressiva affermazione.

Marco Piva lettore. Senza peli sulla lingua: il tuo giallista preferito? E quello che proprio..."nun te regge cchiù" ?
Il mio scrittore preferito, in assoluto, è Michael Connelly, (nella foto in basso) per la sua capacità di rendere profonde e credibili storie di fantasia. Tra gli scrittori italiani non posso dimenticare il napoletano Maurizio De Giovanni, una voce nuova e diversa nella narrativa poliziesca. Un talento straordinario. Scrittori che non mi piacciono? Tanti, putroppo escono tantissime cose mediocri. Una scrittrice che mi fa venire l'orticaria è P.D. James. Pur amando i mystery di stampo classico, trovo le sue storie noiose e fredde. Ricordo poi una sua intervista a Mantova nella quale criticava, in maniera feroce, Agatha Christie, scansando in maniera secca il giornalista che la paragonava a lei, a livello d'influenze. Non mi piace chi sputa nel piatto dove ha sempre mangiato.

Non si vive di solo giallo: quali sono i tuoi libri preferiti, al di là del noir? 
Adoro i romanzi storici e di avventura. Impossibile dimenticare la saga dell'antica Roma di Colleen McCullough. Porto nel cuore pure diversi romanzi in cui si parla del tragico tema dell'Olocausto: "Il bambino con il pigiama a righe" di John Boyne, "Se questo è un uomo" di P.Levi, ecc.

Il giallo per molto tempo è stato un genere guardato con sospetto da parte della critica letteraria "alta". Poi è arrivato Il silenzio degli innocenti e di colpo si è scoperto che il giallo vende e che può essere di grande qualità. "Che aria tira", dopo quasi vent'anni? Il noir ha una sua dignità in Italia?
Oggi chi considera il giallo come narrativa di serie B non capisce nulla. Ormai la critica ottusa in questo senso mi sa tanto di vecchio trombone che viaggia con il paraocchi. Personalmente ho molta fiducia nel futuro della narrativa di genere, grazie soprattutto al suo linguaggio di riuscire ad arrivare alle masse. Credo molto nella sua capacità di veicolare messaggi di denuncia sociale. Il noir italiano ha una sua dignità nel momento in cui documenta la sua realtà e non scimmiotta le proposte che tirano a livello commerciale. 

Parlaci della tua esperienza nell'ambito dei premi letterari. In molti li guardano con sospetto, se non addirittura con avversione ? Qual è il tuo parere?
Domanda molto pericolosa. Esperienze molto recenti vissute "sulla mia pelle", mi hanno fatto rimanere con l'amaro in bocca. Ma forse la colpa è mia che vivo queste cose in maniera molto ingenua e sognatrice. Per me la lettura rimane palpitazioni ed emozione diretta, non calcolo e giochetti "a freddo". Comunque non farei di tutta l'erba un fascio. Alla fine la qualità paga e il giudizio finale rimane quello del pubblico. Alla faccia dei critici e degli addetti ai lavori. Il voto genuino e sincero è SOLO quello del lettore. L'unico sovrano.

Domanda secca. Giallo svedese o britannico?
Risposta secca: britannico tutta la vita.
(parte un urlo di giubilo ed esultanza XD )
Domanda di rito: editoria italiana. Che ne pensi?
Se mi concedi un francesismo è un bel "puttanaio". In Italia escono troppe proposte. Le case editrici le lanciano in pasto alle masse senza un minimo di supporto commerciale, cercando il massimo guadagno con il minimo esborso finanziario. Alla fine il lettore si trova confuso e totalmente perso tra la mole di libri che periodicamente infestano gli scaffali. Con il rischio di fare passare nel massimo anonimato i romanzi davvero meritevoli e degni di attenzione. 

Con rammarico, è giunto il momento di salutarci.Grazie Marco per la tua gentilezza, la cortesia e per il tuo  sguardo così disincantato eppure ironico sul mondo del giallo e dell'editoria. E' stata davvero una bella esperienza parlare con te!
Grazie per questa bella opportunità, le tue domande sono state molto stimolanti. E' stato un piacere e un grande divertimento rispondere.
Grazie ancora e buona giornata.
Marco

domenica 30 gennaio 2011

Serial reader: Fanny Hill - memorie di una donna di piacere -

Eccoci qui! domenica mattina, per nulla rilassata, con 10000000000 cose da fare e pochissimo tempo... ma la lettura No! Non potete togliermela!
Così ho deciso di parlarvi dell'ultimo libro che ho letto, Fanny Hill. Si tratta di un minuscolo volume scritto da John Cleland nel XVIII secolo ed è - udite udite - un erotico!( dico così perché, in tempi non lontani, qualcuno mi accusava di essere una puritana... )

TramaPubblicato anonimo presso un editore inesistente, rifiutato dai librai rispettabili, febbrilmente cercato per essere letto di nascosto, più volte sequestrato dalle autorità, espurgato e denunciato pubblicamente dal suo stesso autore, "Fanny Hill. Memorie di una donna di piacere" è stato per lungo tempo un libro underground. Quando, nel 1789, John Cleland morì, gli estensori dei suoi necrologi ritennero offensiva anche la semplice citazione del titolo del suo libro più noto. Come il resto della narrativa erotica francese, essosi serve di un linguaggio esplicito per descrivere il corpo e gli atti sessuali, ed è assolutamente amorale nel suo entusiasmo per ogni forma di esperienza sessuale." 


Ok. La chiave è tutta lì, in quella dicitura "Donna di piacere". Fanny, giovane e sprovveduta contadina del nord dell'Inghilterra, arriva a Londra assieme a una cameriera del suo paese, che racconta mirabilie della grande città. Sopratutto, questa dice che alcune cameriere son riuscite a sposare i propri padroni, grazie al loro rigore morale e alla furbizia. E già questo passaggio fa comprendere come l'autore - un pubblicista finito in carcere per debiti, gaudente e smaliziato, notevole conoscitore dell'animo femminile - prenda di mira il buonismo di Pamela di Richardson, che era riuscita a farsi sposare dopo infiniti pianti, svenimenti e tira e molla sulla sua virtù.
Fanny non ha questa tempra, e nemmeno la rimpiange. Finisce quasi subito in una casa chiusa; ed essendo una ragazza sveglia e di sani appetiti - sopratutto sessuali - non tarda a capire cosa la padrona voglia da lei. La sua verginità è serbata per un ricco danaroso e nel frattempo, le ragazze della casa, tra cui Phoebe, le insegnano la teoria... e talvolta, anche la pratica. E' proprio Phoebe a iniziarla al sesso con rapporti lesbici, e a dimostrarle quanto il suo corpo sia... "adeguato" al mestiere. 
Ma... c'è un ma. Entra incampo l'amore. La ragazza, appena quindicenne, si invaghisce di un bel giovane che incontra nella casa e fugge con lui, accettando di divenirne la mantenuta, con buona pace della tenutaria che aveva pensato di vendere la sua verginità a un ricco nobile. E' al giovane Charles che Fanny cede il suo tesoro, senza tentazione e ripensamenti, ma con un solo desiderio. Godere. Godere e ricavare il massimo sia, in termini di denaro che in termini di piacere sessuale.
Fanny non si vergogna del suo corpo, non ha remore per il suo mestiere, non prova scrupoli morali ma solo una sana, felice, soddisfatta gioia della scoperta della propria sessualità.
Ai nostri occhi smaliziati, in cui nulla o quasi è più tabù, le avventure di Fanny possono sembrare ripetitive o prive di vera trasgressione; ma se pensiamo all'Inghilterra del 1700... o ancora, all'Italia degli anni Cinquanta, allora ci si rende conto della carica dirompente di questo libretto. Vada che oggi la cronaca ci ha abituato al di tutto e di più anche in sede "istituzionale", tuttavia, questo volumetto mi ha affascinato, mi ha fatto anche sorridere e appassionare per lo stile dell'autore. L'occhio di Fanny guarda l'esistenza che conduce con disincanto ma senza rimorso, senza compatimento: del resto, al termine del romanzo le ha diciannove anni e sebbene sia una prostituta navigata, che è passata dagli A level, fino al sesso di gruppo, fino al sadomaso e all'assistere a un rapporto omosessuale (tabù fortissimo, tanto che per anni, questa scena è stata espunta), nonostante tutto ciò, Fanny rimane una donna gicosa, vitale e allegra. Il sesso a pagamento non l'ha abbrutita: l'ha resa più guardinga, certo, ma non ha cancellato in lei la voglia di godere della vita e del piacere che prova nel dare il suo corpo a un uomo, senza remore e falsi pudori. Fanny fa la prostituta come Bocca di Rosa: lei lo fa per passione (ma se ci sono i soldi, è anche meglio).
Ma il grande, grande merito di John Cleland  - e l'immensa fortuna di questo classico dell'eros - è dato dallo stile con cui il volume è scritto: ricercato e insieme scorrevole, gioioso e mai banale, mai ripetitivo. E' difficile tenere alta la tensione narrativa in un erotico, stante la ripetitività del sesso ( i fondamentali non sono mai cambiati da 10.000 anni e passa, credo), eppure Cleland ci riesce, e bene. Usa sapientemente la metafora (specie di carattere marinaresco), adopera termini differenti per descrivere le parti sessuali e anatomiche senza scadere nel volgare o nel turpiloquio, evita iperboli che scadrebbero nel ridicolo e da la sua preferenza a termini non crudi, ma diretti, ben lontani da triti e ritriti Fulcri, spade, guaine, teneri boccioli e così via. Il sesso è sesso: l'orgasmo è una tempesta e l'eccitazione è una forza incontenibile. Anche nella descrizione dei personaggi non vi è piaggeria, o intenti didascalici: l'autore vuole eccitare il lettore, vuole divertirlo e farlo godere, e ci riesce benissimo. Non vi è iperrealismo, ma una descrizione veritiera e raffinata di una donna e della sua vita, e del suo modo giocoso, sensuale e disinibito di affrontare l'esistenza.
Il fatto che, nonostante siano passati più di duecento anni dalla sua pubblicazione, questo volume sia ancora letto, amato e  criticato - e aggiungo io, ammirato per il suo stile favoloso - è segno incontrovertibile del valore letterario, oltre che rappresentare un omaggio a una femminilità libera e gioiosa.

martedì 25 gennaio 2011

Serial reader: Un colpo perfetto di Ian Rankin

Va bene, lo ammetto. Parlare di Rankin è come parlare del Natale, o del cuscus fatto dalla mia mamma, o ancora degli shortbreads scozzesi: tutte cose che amo, percui ho SERI problemi ad essere obiettiva. Ma ci proverò, giuro.


Un colpo perfetto (La Gaja scienza)Trama: È sempre stato l'uomo giusto al momento giusto. A soli trentasette anni, Mike Mackenzie, un collezionista di opere d'arte che ha fatto soldi a palate vendendo software, ha ottenuto tutto dalla vita, ma i panni dell'uomo che non ha più nulla da chiedere gli stanno stretti: ha bisogno di una sfida, di qualcosa che gli faccia provare nuove emozioni. E così, insieme ai suoi amici di sempre, un alto funzionario di banca col pallino della pittura e un burbero docente, preside dell'Accademia di Belle Arti, decide di tentare il colpo del secolo alla National Gallery di Edimburgo. L'idea è semplice ma geniale: penetrare nel magazzino in cui sono conservate le opere delle pinacoteche e dei musei di Edimburgo che non trovano spazio nelle sale, sostituire alcuni dipinti originali con le loro copie perfette e quindi trafugare il bottino senza che nessuno possa accorgersi dell'in-ganno. Non lo fanno per denaro: vogliono solo rimettere in libertà qualche opera ingiustamente condannata alla solitudine di un caveau. All'inizio tutto sembra filare liscio, ma le cose si complicano quando entra in gioco un quarto uomo: Chib Calloway, astuto e rozzo malvivente pronto a tutto pur di saldare un pesante debito d'affari con la mala norvegese. E improvvisamente la vita dei protagonisti entra in una crudele spirale di violenza e ricatti incrociati. Dalla penna del re del giallo scozzese, una storia carica di tensione che esplora il sottile confine tra normalità e perversione.


Procediamo con ordine: il romanzo è ambientato a Edimburgo (e dove altro? già capite perché amo tanto Rankin...) e ruota attorno ad alcune figure descritte in maniera impeccabile: Mike, ricco e annoiato genio dei computer, Allan, bancario dalla vita desolata e vuota, il professor Gissing, un docente universitario dalle idee piuttosto anarchiche. Tre appassionati d'arte che, per un motivo o un altro, son insoddisfatti della propria esistenza.
Ian Rankin E poi... c'è la X, la variabile indipendente: Chib Calloway, il gangster. Il malavitoso. La malacarne insomma. Ma poiché anche i cattivi hanno i loro guai, anche Chib ne ha uno. Ed è un guaio da un metro e novanta con la grazia di Dolph Lungren e con il simpatico nomignolo di Hate che ha il compito di riscuotere una somma di denaro che il vecchio Chib non ha pagato, in quanto soffiatagli dalla pula, nella persona dell'ispettore Ransome.
Questi sono i personaggi. L'ambiente in cui lo scrittore scozzese li ha inseriti è davvero inusuale, almeno per i suoi plot: il mondo ovattato ed esclusivo dell'arte scozzese. In verità, sono rimasta piuttosto spiazzata da questa scelta, ma durante la lettura, il mio sconcerto è diminuito fino a sparire del tutto E ho trovato nelle ultime pagine il graffio dell'autore di razza, del giallista che sa sorprenderti  e strapparti un sorriso incredulo, facendoti beffe della tua supponenza.
Rankin è un autore che scava nell'anima delle sue storie, che usa vicende tormentate per raccontarci il mondo che i suoi personaggi hanno dentro. In un certo senso, anche la luce di questo romanzo appare differente: mentre nelle storie di Rebus, la luce è grigia, livida, in questo vi è un tepore soffuso, una luminosità chiara, quasi primaverile che disorienta e avvolge. Un po' come la luce dei quadri che i nostri amici decidono di rapinare. Eppure, via via che la vicenda si dipana sotto gli occhi del lettore, quella luce chiara perde calore sino a divenire fredda, persino spettrale.
E' questo uno dei motivi per cui amo quest'Autore: per l'uso che fa dell'ambiente e della luce nel caratterizzare le vicende che narra. In questo romanzo non ho avvertito il freddo della pioggia che batte sul selciato di pietra, nè la tristezza del cielo grigio che incombe spesso sui personaggi di cui Rankin narra, ma il tepore dei wine bar frequentati da Mike ed Allan, o l'odore di muffa e stantio del circolo di Chib. Ogni luogo era la conrice perfetta per la situazione che veniva descritta.
Nessuna incongruenza, nessun cedimento, nessuna perdita di ritmo. Il romanzo è un bel giallo, che mi ha riportato alle vecchie pellicole degli anni Settanta, quelle con Steve Mc Queen, o al più recente Soliti sospetti. Non vi è spargimento di sangue in eccesso: Rankin non ama lo splatter e si vede. Ma la crudeltà, la brutalità pura si sente, trapela dall'atteggiamento arrogante prima e spaventato poi che tiene Chib, o dalla pura, lineare logica di vendetta che muove le azioni di Hate. E nello stesso tempo, c'è il sottile squallore che permea la vita di Allan, un monsieur Travet che cura i soldi altrui, la noia blasee di Mike, l'atteggiamento anarchico e anacronistica di Gissing... o ancora, la stupida esaltazione di Westie, il falsario che entra in un gioco più grande di lui.
La grande capacità di Rankin è quella di creare figure coerenti e reali, che agiscono come persone normali e , come persone normali, reagiscono... anche in maniera sorprendente. Il ritmo narrativo è alto, ma tocca punte di autentico parossismo nella scena della rapina (poiché sì, c'è una rapina... non ve lo avevo detto :-P ) . A quel punto la prosa diventa sincopata, le frasi spezzate e rapidissime, quasi si stesse girando tutto in piano sequenza con la telecamera a spalla seguendo i personaggi. Questo è, almeno a mio avviso, uno dei pezzi più forti e d'impatto che Rankin abbia scritto. La scrittura è tagliente, efficace e pulita, affilata come un rasoio: pochi aggettivi, pochissimi avverbi, una punteggiatura serrata rendono la lettura un'esperienza. Il ritmo narrativo è tale da assorbirti completamente, trascinandoti nella storia, fino all'ultima pagina e con la voglia di sapere quale sarà davvero il finale...

lunedì 24 gennaio 2011

Progetto Fever (in collaborazione con Weirde ;-) )


Grazie a Weirde ho conosciuto le opere di questa scrittrice dalla prosa gradevole e dalle trame davvero originali. Con piacere aderisco all'iniziativa promossa dal suo blog, copiando il suo post - sì, è identico  - per cercare di sollecitare l'interesse delle case editrici alla serie Fever. Inoltre, vi segnalo anche la traduzione riportata di seguito, davvero di ottimo livello!
 Ed ecco a voi, dal Blog di Weirde


 

Il progetto Fever nasce per far conoscere a più persone possibili e più case editrici possibili una serie urban fantasy che credo meriterebbe di arrivare in Italia e anche una ragazza, che spesso traduce per il mio blog, che vorrebbe intraprendere la carriera di traduttrice per una casa editrice.

Molti blog riporteranno il giorno 25 gennaio un post come questo. Diffondeteli il più possibile via email ai vostri amici o sui social networks. Il passaparola aiuterà il progetto ad avverarsi. Spero.

La serie che credo meriterebbe di arrivare in Italia è la serie FEVERdell'autrice Karen Marie Moning.


Karen Marie Moning's pictureKaren Marie Moning è nata nel 1964 a Cincinnati, Ohio. Ha conseguito una laurea di primo livello in Legge presso la Purdue University. Ha lavorato per dieci anni nel campo delle assicurazioni prima di licenziarsi per seguire il sogno di diventare scrittrice. L’autrice afferma che le parole l’hanno sempre affascinata, con il loro potere di creare e divertire, e che è una “drogata” di lettura fin dalla prima volta in cui la madre la portò in biblioteca: non ebbe scampo di fronte a tutti quei mondi che imploravano di essere esplorati. Quattro manoscritti e innumerevoli lavori part-time dopo, nel 1999 pubblica Beyond the Highland Mist con la casa editrice Bantam Dell. Il primo libro dell’acclamata serie “Highlader” viene nominato per due premi RITA e lancia la carriera di questa straordinaria scrittrice. I suoi romanzi, già tradotti in numerose lingue, sono apparsi nelle classifiche dei bestseller del New York Times, dell’Usa Today e del Publisher Weekly, sono stati in lizza e hanno vinto numerosi premi tra cui un RITA Award nel 2001 per Highlander’s Touch, il Romantic Times reviewers’ choice, diversi Romantica Hughie e PEARL.


Sito dell’autrice: http://www.karenmoning.com/


Karen Marie Moning ha scritto, ad oggi, due serie di libri ed un romanzo singolo.

La serie, di genere romance con però già spunti paranormal, Highlander, composta dai libri:

1. Beyond the Highland Mist (1999)
2. 
To Tame a Highland Warrior (1999)
3. 
The Highlander's Touch (2000)
4. 
Kiss of the Highlander (2001)
5. 
The Dark Highlander (2002)
6. 
The Immortal Highlander (2004)
7. 
Spell of the Highlander (2005)


Della serie Highlander la stampa americana ha detto:

“…originale, sensuale e difficile da mettere giù…Karen Marie Moning è destinata a lasciare un’impronta…” Top Pick
“…trama fantastica, storia intrigante…” Publisher Weekly
“…magico e mistico, dal ritmo serrato, umoristico e sensuale, un vero divertimento…” Old Book Barn Gazette
“…magnifico racconto di leggende, mistero e amore, un capolavoro di emozioni che non vi lascerà scampo…” Rendezvous
“…personaggi disegnati in modo brillante, emozioni profonde, il lettore rimarrà incantato…” Romantic Times
“…il genio creativo della Moning parla al cuore dei lettori, li delizia e li tocca nel profondo… unico ed eloquente, pieno di elementi che stimolano la mente e le emozioni… la Moning si assicura senza sforzo un posto nell’Olimpo degli scrittori del genere…” Romantic Times
“…la prosa vivace, la sottile arguzia e i personaggi carismatici incanteranno…” Publisher Weekly
“…personaggi memorabili e appassionanti, storie coinvolgenti…” The Oakland Press
“…le qualità narrative della Moning sono impressionanti, ha una voce e un ritmo dinamico e trame senza alcuna falla come una cassa di buon whisky scozzese…” The Contre Costa Times

Il secondo libro di questa serie, To tame an Highland warrior, è l’unico libro di questa autrice ad essere stato pubblicato in Italia col titolo Torna da me.

 



Titolo: Torna da me
Editore: Euroclub 
tornadameAnno di uscita in Italia: 2004

Trama:
 Le antiche leggende scozzesi narrano dei "berseker", mitici guerrieri dotati di forza sovrumana che, si dice, abbiano ricevuto i loro poteri direttamente dagli dèi per combattere i soprusi. La loro furia in battaglia però si traduce spesso in una cieca violenza, incontrollabile e pericolosa. Pericolosa soprattutto per quelli che amano. Per questo Garvael, berseker appartenente al clan dei McIllioch, deve resistere al fascino della bellissima Jillian, figlia del nobile Gibraltar St. Clair, presso il quale il guerriero aveva trovato asilo anni addietro. Già allora Garvael si era sentito attratto da lei, ma adesso, convocato da sir Gibraltar che cerca marito per la ragazza, si ritrova davanti una donna provocante e bellissima... una donna capace di infuocargli il cuore e i sensi. Garvael però sa che deve tenersi lontano da lei per il suo stesso bene. Tanto più che il clan dei McKane, che ha sterminato tutti i McIllioch, si è messo sulle tracce di Gavrael e minaccia chiunque lo accolga e gli dia riparo. Per questo lascia tutti di sasso annunciando che non vorrà mai avere nulla a che fare con Jillian. Eppure, ogni volta che la vede, sente che quello che prova per lei è l'unica cosa che non riuscirà mai a combattere...


Anche il romanzo singolo intitolato Into the dreaming, potrebbe essere inserito nella serie Highlander, poiché pur essendo ambientato tra passato e presente, ne condivide i temi principali ed il genere di appartenenza.

È con la serie Fever che Karen Marie Moning cambia stile e genere, per addentrarsi nell’affascinante mondo del paranormal romance. 
 (Benchè le serie Highlander e Fever siano lievissimamente collegate. Ma anche senza aver letto la prima si può leggere benissimo la seconda senza alcun problema)

Come la serie Wicked Lovely di Malissa Marr e Meredith Gentry di Laurell K. Hamilton, questa serie non vede vampiri o licantropi ma solo fae come personaggi sopranaturali.

La serie è composta da cinque libri e si è conclusa pochi giorni fa con l’uscita di Shadowfever il 18 gennaio 2011.

Il successo di questa saga è stato tale che la casa editrice Random House ha già acquisito i diritti per uno spin-off, costituito da tre libri. Inoltre la Del Rey ha sotto contratto la Moning per una graphic novel di 144 pagine ambientata nel mondo Fever.
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Ma passiamo ad analizzare i libri della serie:





1. Darkfever
Trama: MacKayla Lane, per gli amici “Mac”, è una normalissima ragazza della provincia meridionale degli Stati Uniti e ha una vita perfetta. E' giovane, carina, può comprarsi tutti gli abiti che vuole, e indossare il rosa perché grazie a Dio non stona col colore dei suoi capelli. Ha dei genitori che le vogliono bene e una sorella maggiore che le apre la strada, sì la sua vita a venticinque anni sembra proprio perfetta, almeno finché non le viene comunicata la morte di sua sorella Alina, che stava studiando all'estero, a Dublino, in Irlanda. Mac è sconvolta anche perché la sorella le aveva lasciato sul cellulare un messaggio criptico dove si mostrava spaventata. Decide quindi di andare a indagare da sola in Irlanda. Qui scoprirà un mondo che le era sconosciuto, popolato da esseri straordinari e spaventosi e scoprirà anche che lei e la sorella sono in realtà nate in Irlanda e poi state date in adozione all’estero, forse per proteggerle dal loro potere. Sì, potere. Poiché lei e anche sua sorella sono nate con il potere di vedere oltre il glamour dei Ferie. Le persone geneticamente predisposte a questo dono sono rarissime, perchè i faerie uccidono tutti quelli che hanno tale potere. A farle da improbabile mentore nella sua avventura sarà il ricco e misterioso collezionista di libri Jericho Barrons. Sotto la sua guida, Mac dovrà affrontare i letali Fae, decisi a scatenare una guerra contro l’umanità, e le proprie abilità latenti.

Questo libro è molto interessante, la trama è scorrevole ed intrigante, e il mistero è mitigato da molte scene ironiche e simpatiche generate dal fatto che la simpatica protagonista a volte è un pò troppo interessata al suo aspetto. Mentre lo leggevo ho spesso pensato al telefilm Lost, in quanto, l'autrice per ogni mistero risolto ne apre altri tre e il libro finisce lasciando molti quesiti aperti. Non è mai completamente chiaro chi sono i buoni e chi sono i cattivi e tutto è molto misterioso.

Il lettore segue Mac e tutto è scritto dal suo punto di vista perciò lui sa solo ciò che Mac sa, cioè niente.

Avendo letto tutta la serie posso dire con cognizione di causa che migliora di libro in libro e vale veramente la pena di leggerla, ma visto che non potete basarvi solo sulla mia parola, vi propongo i primi tre capitoli del libro DARKFEVER in formato pdf da scaricare (cliccate sul file):

darkfever-3 cap
I capitoli sono stati tradotti da Barbara Slongo. Nel caso una casa editrice avesse bisogno di un traduttore e volesse contattarla, può contattarmi alla mail: weirde@libero.it, e io vi girerò i suoi contatti personali. 
book cover of Bloodfever (Fever, book 2) by Karen Marie Moning



2. Bloodfever


Trama: La vita di Mac è ormai caduta a pezzi. Sua sorella è morta, ha scoperto che sia lei che la sorella erano state adottate e che in realtà erano nate in Irlanda e discendevano da un'antica stirpe di sidhe-seer, persone che possono vedere i Faerie, nonostante il loro glamour. Ma loro possedevano anche un altro potere molto pericoloso, possono sentire la presenza dei talismani Faerie, e in particolare di un libro malefico, che l'uccisore di Alina , sorella di Mac, sta cercando. Questo libro crudele ha il potere di far crollare le mura tra il mondo faerie e quello umano, che già si stanno sfaldando. Non solo i Seelie, ma anche gli Unseelie allora entrerebbero nel mondo umano. Così Mac è ora molto popolare tutti coloro che vogliono il libro vogliono usarla per trovarlo: Vlan un principe Seeie che no vuole che gli Unseelie fuggano sulla terra, Barrons un uomo misterioso che le ha salvato la vita molte volte, e L'assassino di Alina.


book cover of Faefever (Fever, book 3) by Karen Marie Moning

3. Faefever


Trama:  Mac non sa più di chi fidarsi. Chi è veramente Barrons?Cosa vuole Vlan? E il Lord Master, l'assassino di sua sorella Alina, perchè non la uccide?
Questo terzo libro è sicuramente meglio del secondo e forse anche del primo. Molte cose finalmente cominciano a chiarirsi. A forza di dirci per esempio cosa Barrons non è, la rosa delle cose che può essere si restringe. Non è Seelie, non è Unseelie, quindi è umano, ma un uomano vecchio di secoli che appare giovane.......l'autrice lascia cadere due indizi importanti e credo di aver capito chi è, un umano rapito a tredici anni da una principessa Faerie, e tenuto per secoli in cattività, subendo abusi....ma che col tempo è riuscito a raccogliere potere e talismani e.....Questo è quelo che crdo, ma l'autrice non svela ancora la verità. Mac ancora ha mille domande senza risposta, sa ora il nome dell'assassino della sorella (forse), ma poco di più.


link to Dreamfever section

4. Dreamfever

Trama:  Quarto e penultimo libro della serie che si concluderà con un quinto libro scoppiettante (così dice l'autrice). E devo dire che ogni libro è migliore del precedente. Il cerchio si sta chiudendo. Il malvagio di turno è uscito allo scoperto, ma non è solo e il mistero di chi abbia ucciso la sorella di Mac è ancora senza risposta.
Il mondo è stato invaso dagli eseri Unseelie nel libro precdente, Mac è stata catturata stuprata e trasformata con un lavaggio del cervello in un essere semnza memoria schiavo del desidrio di unirsi agli essere fae. Barrons l'ha salvata e ha ripristinato la sua memoria curando la sua assuefazione al sesso con due mesi di sesso appunto. E finalmente mentre lei era senza memoria abbiamo potuto scorgere un lato nuovo di Barrons che prova veramente qualcosa per Mac e lei lo ricambia, ma i due testoni quando lei riacquista la memoria non riescono ad essere sinceri e tornano a punzecchiarsi. E Mac ha molte ragioni per dubitare ancora di Barrons, che le tiene ancora nascoste tante cose. Ora Mac è più forte e ha nuovi alleati e un piano per salvare il mondo: uccidere più Unseelie possibile, ma ora sono loro a controllare i mondo.....e Il Lord Master, il malvagio di turno decide di usare mezzi bassissimi per ricattare Mac, rapisce i suoi genitori adottivi.....
Libro veramente bello, pieno di azione e colpi di scena, uno dopo l'altro. La mia teoria sull'identità di Barrons si è rivelata sbagliata ora ho nuove teorie e credo di capire perchè non riesco ad indovinare la sua vera identità, cosa è in realtà, nè umano, nè faery, ma altro. L'autrice nel suo sito ammette che la sua serie Fever è collegata con l'altra sua serie di libri, Highlander, che io non ho letto, quindi forse proprio là giace la verità sulla natura di Barrons.Comunque devo dire che questa autrice ha uno stile che cattura e la suspence non lascia scampo.


 book cover of   Shadowfever    (MacKayla Lane, book 5)  by  Karen Marie Moning

5. Shadowfever

Trama: Finalmente i nodi vengono al pettine. Chi è in realtà Barrons, è immortale o può morire? E Mac è disposta finalmente a rivelargli i suoi veri sentimenti? Il Lord Master non è mai stato un vero cattivo all'interno della serie chi è il vero ideatore di ciò che sta accadendo? Chi ha veramente ucciso Alina? E soprattutto chi è veramente Mac? Tutte queste domande avranno risposta in questo libro scoppiettante dove nulla è ciò che sembra.

Della serie Fever la stampa americana ha detto:

Con la serie “Fever” la Moning si discosta dal classico romance per dirigersi verso il dark fantasy e “analizza brillantemente il lato oscuro degli umani e dei Fae.” Booklist
Secondo le parole stesse della scrittrice: “la serie Fever si incentra tutta nello scorgere la verità dietro l’illusione, nell’affrontarla o morire. La protagonista, Mackayla Lane, nella sua corsa alla ricerca della verità che si cela dietro la morte della sorella, scoprirà che sotto la superficiale bellezza di tutto e tutti quelli che incontra c’è qualcosa di completamente diverso. Dai Fae coi loro letali sortilegi al richiamo della sirena che è il potentissimo libro di magia oscura del re Unseelie, alla stessa Mac che inizia questa avventura come una ragazzina ingenua e superficiale per finire…beh, dovete leggere i libri per saperlo… Insomma, niente è ciò che sembra.”
Punto focale della storia è la crescita, il cambiamento e la Moning “non risparmia colpi quando disegna il cammino della giovane eroina: l’evoluzione di Mac, da giovane ragazza ingenua a indomita guerriera sarà brutale e dolorosa”. Romantic Times


Del primo libro della serie, Darkfever, la stampa americana ha detto:

“…l’inizio di un’eccezionale nuova serie che è al contempo esotica e insidiosa. Usando come sfondo un’invasione potenzialmente letale sul regno dei mortali da entrambe le corti Fae (Seelie e Unseelie), questa saga narrata in prima persona segue una eroina combattiva mentre cerca disperatamente di capire la nuova realtà che le si presenta davanti agli occhi. Il finale del libro è lasciato in sospeso, quindi fate spazio sugli scaffali della libreria: questa serie ha tutta l’aria di essere spettacolare.” Romantic Times
“Attingendo agli elementi del paranormal romance che l’acclamata Moning ha creato nei precedenti libri, questo romanzo porta il lettore in un viaggio più oscuro, dominato dalla ricerca del potentissimo libro di magia Faery e privo del lato romantico che i lettori della Moning sono soliti aspettarsi. … Quest’ultima opera della Moning contiene suspense e le fondamenta di un nuovo mondo. Infatti dà l’impressione di essere solo un frammento di una storia ben più ampia, un modo per conoscere i personaggi e l’ambientazione, ma che sfiora appena la superficie. Comunque questo è un mondo che cattura, pieno di mistero e personaggi vividi. Tutto questo unito alle scintille appena accennate tra i due personaggi principali, terrà acceso l’interesse per i prossimi capitoli della serie.” Publisher Weekly
“Moning, l’esperta del romance con soggetto il viaggio nel tempo, plasma nuovamente le leggende celtiche per questa nuova serie fantasy radicalmente diversa ma estremamente coinvolgente. La narrazione in prima persona della protagonista, Mackayla “Mac” Lane, è più che un semplice punto di vista: è un vero resoconto di come questa ragazza, ingenua e dalla vita facile, cresca fino ad accettare il ruolo che le è stato assegnato dal fato. E anche se qualche momento di interesse sessuale suggerisca la possibilità che la relazione fra Mac e il misterioso Jericho potrebbe complicarsi in futuro, qui non c’è storia d’amore a distrarre dalla complessa introduzione in questo nuovo mondo della Moning.” Nina Davis, Booklist
“Un mix seducente di mitologia celtica e oscuro, sensuale pericolo.” Chicago Tribune
“Karen Marie Moning ha creato una serie che è affascinate, unica, tenebrosa e accattivante. La serie, incentrata sulla crescita e i cambiamenti che avvengono nella vita e nel carattere della protagonista, Mackayla, cattura l’interesse del lettore fin dalla prima battuta e lo conserva lungo tutto il viaggio.” Linda Clark, Examiner
“Darkfever è magistralmente presentato, un fantasy tenebroso e sensuale con protagonista una Buffy per i Fae dotata di un sottile senso dell’umorismo e una crescente maturità… una lettura che è un vero piacere.” Barbara Samuel, Bookpage
“Suspense, intrigo e pericolo rendono Darkfever una lettura accattivante da cui è impossibile staccarsi.” Darkfaerietales
“Fatevi un bel regalo e leggete qualcosa fuori dagli schemi.” Charlaine Harris

Darkfever è inoltre stato in lizza nel 2006 per Romantic Times nella categoria “best modern fantasy novel” ed è nella top ten degli e-book più venduti nel 2010 della Random House, nonostante sia uscito nel 2006.Bloodfever,Faefever e Dreamfever sono stati rispettivamente al primo, secondo e terzo posto della classifica degli e-book più venduti nel 2010 della Random House.

Inoltre tutti i libri della serie sono stati nella lista dei bestsellers del New York –Times.

Tale era stato l’eco mediatico di questa serie che la 20th Century Fox ne aveva opzionato i diritti per farne un film, ma poi, come ha fatto col libro Bitten di Kelley Armstrong, li ha lasciati decadere senza farne nulla.

L'anno prossimo però uscirà il film tratto dalla serie Wicked Lovely ed è probabile che il mondo fae torni alla ribalta, perciò case editrici italiane, non lasciatevi scappare la possibilità di pubblicare la serie Fever, anticipate il trend che sta per arrivare.

Punti forti di questa serie sono la forte suspance stile Lost che cattura la curiosità del lettore e la tensione romantica tra Barrons e Mac. Impossibile non rimanere catturati e non voler leggere tutti e cinque i libri. Garantito.

martedì 18 gennaio 2011

Writers magazine

Eccoci qui! Ve lo avevo detto che sono stata presa da mille impegni...e ho il piacere di "presentarvi" uno di questi: un reportage sul romance pubblicato sul numero 22 della prestigiosa Writers magazine. E' stata una soddisfazione davvero notevole, non lo nascondo, ma sopratutto è un piacere parlare di un mondo misconosciuto e sottovalutato. Writers magazine è una rivista ben conosciuta tra gli addetti ai lavori e tra gli aspiranti scrittori e che ospita, oltre ad articoli ed interviste, approfondimenti per autori e suggerimenti su tecniche di scrittura.
Per cui, se siete interessati... date pure un'occhiata!

Behind the scenes: Barbara, Selene e Alessandra del forum Romanticamente fantasy.

Ragazzi che periodo!! Tra scuola, famiglia e casa,libri, ristrutturazione, articoli da scrivere (a proposito: presto avrete notizie succulente...) e blog non ho avuto il tempo per tirare il fiato: sono DAVVERO esausta. Però vi ho pensato, giuro!
E allora rientriamo in carreggiata alla grande con una bella intervista corposa. E' con vero piacere che ho ospitato qui nelle belle stanze georgiane di Moray Place tre delle admin di Romanticamente fantasy, ossia Barbara, Alessandra e Selene. Ed è stata un'intervista tutta da ridere. Devo dire che le fanciulle (sopratutto Barbara) si sono lasciate andare... e che il fascino sottile di Oliver e quello mozzafiato di Samuel hanno colpito (e affondato). E se qualcuna delle fanciulle si è trovata alleggerita di una pinta o poco più di sangue... beh, sappiate che ci sono stati atti di provocazione belli e buoni!
La disciplina e il rigore sono virtù seguite e praticate ma non puoi sbattere la carotide in faccia a un vampiro e pretendere che lui faccia l'indifferente!
Ma leggete cosa è successo ieri sera...



Ragazze, benvenute a Moray Place. Qui, tra zanne e sangue, dovreste trovarvi a vostro agio... cosa posso offrirvi per scaldarvi un po'? Whiskey, un hot Toddy bollente o una tazza di the? o un bel bicchiere di latte delle fate?

Ciao Stefy grazie per averci accolto qui tra nebbie e vampiri.... ti avvisiamo siamo un po' matte… a proposito non avresti in frigo qualche bottiglia di True Blood zero negativo???

No, mi spiace. * mia faccia molllto perplessa*  Qui si beve solo sangue alla spina, prelevato direttamente dalle arterie. Allora, ditemi: chi ha avuto l'idea del forum? E' un luogo virtuale molto seguito ed amato ed avete centinaia di visitatrici. Come gestite l'afflusso di pubblico?

Dunque... in principio l'idea era quella di una pagina su Facebook che raccogliesse e tenesse aggiornati tutti gli amanti del genere Urban Fantasy e paranormal. 
Lavorandoci sopra abbiamo capito che per la gestione più ordinata era più adatto aprire un forum, dove gli utenti avessero la possibilità oltre che di essere informati sulle nuove uscite, di poter lasciare le loro opinioni. L'idea quindi è stata di comune accordo di tutto lo staff. Considerando che il forum è nato solo 8 mesi fa ci riteniamo molto soddisfatte dato che attualmente le visite totali sono quasi 96.000 (O_O). I nostri iscritti sono oltre 1000, alcuni sono assidui frequentatori e partecipano assiduamente alla vita del forum, molti invece sono visitatori che passano sul forum per tenersi aggiornati sulle novità in uscita e per leggere i commenti ai libri.


Nel forum siete davvero in tante e purtroppo non ho potuto invitare tutte.
Barbara, lascia stare Oliver per favore se no poi ti morde...
 Allora, dicevo. Sì! volete parlarci delle vostre colleghe?

Selene: E' praticamente impossibile tenere le mani di Barbara lontane dalla tartaruga di Oliver.... è una causa persa (se nel forum vedete spesso la grafica con uomini ben prestanti, sappiate che li ha commissionati Barbara…)
 
Inutile dire che il sorriso che ha Oliver sulla faccia in questo istante mette i brividi a tutte noi, me compresa... tranne che a Barbara che continua a ridacchiare. Lo so, finirà male... e se non sarà per colpa di Oliver, sarà Emily a cavare gli occhi a Barbi: la ragazza è un filino gelosa del suo compagno.


Selene: Tornando alle cose serie.... Oltre a noi tre che siamo le admin principali del forum, ovvero quelle che si occupano della gestione del forum, di reperire le novità sulle uscite e di inventarsi sempre qualche iniziativa nuova abbiamo le admin "onorarie" che anche se non sono spesso presenti hanno contribuito alla creazione del forum con idee e consigli, ci sono le mod globali che cercano di tenere a bada tutti gli utenti impulsivi e indisciplinati e con cui ci consultiamo spesso, ci sono le grafiche che lavorano per dare sempre una bella immagine al forum (e soprattutto sopportano le nostre richieste XD). Vantiamo anche un mod globale uomo! Lui si occupa in particolare della sezione film e telefilm fantasy e del genere letterario fantasy classico. In pratica siamo una famiglia allargata.



Tutte voi avete dei nick molto evocativi: da cosa nascono i vostri nomi di battaglia?

Selene: il mio nick è Buffy_Victoria e la spiegazione è molto semplice, sono i nomi delle mie eroine preferite, Buffy (the Vampire Slayer) e Victoria Gardella (la cacciatrice protagonista della saga The Gardella Vampire Chronicles)

Barbara: il mio nick name è Lady Kira e la spiegazione è molto semplice. La mia gatta si chiama Kira e io mi sono messa il suo nome, in realtà però sul forum mi chiamano lady (k) ira dato che sono la testa calda del gruppo …

Alessandra: il mio nick è Nuvolina, è nato da una idea di mio marito. Lui è solito chiamarmi in quel modo perchè dice, che quando mi arrabbio assomiglio ad una emoticons di una nuvola agitata e visto che mi serviva un nome che fosse particolare e non di moda, ho scelto questo, che mi si è attaccato addosso e adesso è diventato praticamente il mio secondo nome.

Quali sono i vostri vampiri preferiti, e... BARBARA, SMETTILA DI FARE L'OCCHIOLINO A OLIVER!!! 
*Ale e Selly gelose lanciano una sguardo di fuoco a Baby* Smettila Baby!!! Comportati bene, non sei a casa tua!

Selene: Domanda difficile... Buffy è sempre stato il mio telefilm preferito e adoravo Angel e Spike, poi ho letto Twilight quando ancora nessuna sapeva cosa fosse e mi sono innamorata di Edward Cullen... poi è uscito The Vampire Diaries (il telefilm) e mi sono innamorata di Damon... poi ho letto la saga della confraternita del pugnale nero e ho amato Zsadist e... devo continuare? XD
Meno male che non hai menzionato i vampiri presenti... grazie, altrimenti la situazione sarebbe divenuta ingestibile! E voi, ragazze?



Alessandra: Io mi sono avvicinata a questo genere con l'uscita della serie Della Confraternita del Pugnale nero della Ward. Quindi direi senza dubbio che Loro sono i miei vampiri preferiti!!! 

Barbara: Io nasco come lettrice di Fantasy, mi sono avvicinata all’urban fantasy grazie alla Hamilton; inutile dire che adoro i suoi vampiri Jean Claude ed Asher sono veramente fantastici, la lista continuerebbe all’infinito perché a parte Edward Cullen che considero troppo sdolcinato tutti i vampiri mi piacciono. 


Che rapporti avete con le case editrici italiane? che ne pensate più in generale dell'editoria italiana dalla vostra posizione di "lettrici voraci"
Oh, no, tu pure Alessandra, con Samuel... ti prego, Selene, aiutami con queste due!!


Selene: Perdona il comportamento delle mie colleghe, hanno gli ormoni impazziti! I vampiri fanno questo effetto è risaputo!!

Abbiamo contattato le principali case editrici che pubblicano Urban Fantasy e Paranormal Romance, in modo da essere inseriti nelle loro mailing List per essere tempestivamente aggiornati sulle nuove uscite. Con la Rizzoli, ad esempio, abbiamo collaborato all’evento dell'anteprima di Torment (di Lauren Kate) insieme ad altri blog/siti.
Siamo molto contente che le case editrici italiane si siano avvicinate a questo genere e che dopo la commercializzazione di Twiligth, abbiano dato così ampio spazio alla pubblicazione di nuove saghe e nuove autrici. L’unico problema è che tra una uscita e l’altra di libri della stessa saga passano troppi mesi, in alcuni casi addirittura un anno…ed è un vero peccato perchè si rischia di far allontanare i lettori dalla saga stessa. Per questo ci auguriamo che i tempi di attesa diminuiscano…


Ok, credo che sia il momento di salutarci... è stato un piacere e la nostra chiacchierata piacevolissima anche se mi sono sentita un po'accerchiata... e tu, Barbara! Esci fuori dall'armadio! Subito! Non è possibile restare qui!

Selene: Grazie Stefy per averci invitato a Moray Place! E’ stato un piacere essere qui con te!

*mi allontano e cerco di infilarmi nell’armadio dove si è nascosta Barbara...*
Alessandra: *Guarda in direzione dell'armadio scuotendo la testa* Ragazze dobbiamo andare... fuori di lì!! 
* e aprendo l'anta dell'armadio le trascina fuori entrambe e si incammina verso l'uscita*.




Inutile dire che Oliver, Samuel Duncan e Will hanno seguito le ragazze con lo sguardo fino a Heriot Row. Sui loro visi, sorrisi poco rassicuranti...