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martedì 14 dicembre 2010

Romance Day... dal blog di Lady Aileen!!

E' giunto il momento tanto atteso. A partire da oggi fino al 16 dicembre 2010 il Romance a vostra scelta dovrà essere spedito al seguente indirizzo:
Centro Produzione RAI Saxa Rubra - Redazione TG1 - Largo Villy De Luca, 4   00188 Roma.
All'interno del Romance scriverete:
Sono orgogliosa/o di leggere romanzi rosa e non mi sento una lettrice di serie B. 

Romance Day, 16 Dicembre 2010 
(Link del Vs Blog o dell'evento su FB o di qualsiasi blog che parli di Romance).


Per la spedizione potrete avvalervi della tariffa Piego di Libri Ordinario, costo 1,28 euro. Dovrete usare una busta gialla imbottita, con  la scritta LATO APRIBILE su un lato. Sulla busta dovrete anche ricordarvi di scrivere: PIEGO DI LIBRI.
Tutti gli uffici postali sono abilitati ad accettare questo tipo di spedizione ma potreste trovare un impiegato che potrebbe farvi storie, in ogni caso ecco un elenco degli uffici dove sicuramente il piego di libri è accettato.
http://www.comprovendolibri.it/ufficipostali.asp

Tra i partecipanti all’iniziativa metteremo in palio tanti Romance messi a disposizione da I ROMANZI MONDADORI (Che ringrazio di cuore).
Il resto tocca a Voi! E ricordatevi di avvisarmi se provvedete alla spedizione o vi siete limitati a pubblicare bannerino e/o post
SPONSOR UFFICIALE
I ROMANZI MONDADORI
GLI AMICI DEL ROMANCE DAY:



























Theresa Melville
LadyVampiretta
Morgantica

mercoledì 17 novembre 2010

Serial reader: Carla Maria Russo e i suoi romanzi

Ho avuto il piacere incredibile di conoscere Carla Maria Russo in occasione del recente evento di Officina, Romantic Rome. Prima ancora di capire chi fosse, ho avuto la sensazione di trovarmi dinanzi una donna speciale. Mi spiego meglio: in alcune occasioni della vita, ho incontrato persone che, con un solo gesto, uno sguardo, riescono a dire tutto di sé, mostrandosi al mondo dome sono in tutta la loro bellezza. Nello stesso tempo, emanano un'energia pura, incredibilmente forte, che le circonda come un velo.
Carla Maria Russo è una di queste. Sebbene sia sottile e minuta, ha in lei una forza magnetica che impressiona, una carica umana che stupisce e che tocca il cuore senza bisogno di parole. I suoi scritti, il suo stile la rispecchiano in pieno. Forte, eppure mai sopra le righe, immediata e insieme delicata, arguta e malinconica.
Ma non sono qui per parlare della persona. Passiamo ai libri che ho letto: La sposa normanna e L'amante del Doge.
Quest'ultimo è un romanzo particolare: semplice, morbido come un buon brandy invecchiato, si gusta con piacere, pagina dopo pagina. L'amore di Caterina non è un sentimento scioccherello o passionale. E' "amore di testa", fatto di cultura ed equilibrio: la protagonista fa mostra di un coraggio non comune per la sua epoca - siamo nel XVIII secolo - ma, nello stesso tempo, l'autrice la descrive come una figura perfettamente calata nel contesto storico in cui vive e si muove. Non è una cortigiana, è una donna libera, che paga lo scotto per la sua libertà: la perdita dell'onore e della rispettabilità in una società quale quella veneziana, aristocratica e colta. Ma, nello stesso tempo, questo è il romanzo di una Venezia che declina senza rendersene conto, come una bella donna allo specchio che scruta il proprio viso ignorando deliberatamente le rughe. Sotto l'opulenza e i fasti, si avverte lo scricchiolio di una società che è impreparata ai cambiamenti che porterà il XIX.
Il finale mostra i due amanti finalmente riuniti in un'unione legale. Ma nulla potrà mai cancellare il legame fatto di rispetto e complicità che anni di distanza hanno forgiato.
Alla lettura di questo romanzo, è seguita quella de La sposa normanna.
L'ho amato. Non ci sono dubbi. Sarà il periodo storico, sarà l'atmosfera palermitana, sarà che mio padre mi ha trasmesso un amore viscerale per gli Altavilla (e Federico II in particolare... non è un caso che mio figlio porti questo nome), ma  questo romanzo mi ha colpito affascinandomi e coinvolgendomi fino a farmi piangere in alcuni punti. In un periodo in cui faccio fatica a trovare delle belle storie da leggere, questa è arrivata come una boccata d'aria pulita. Lo stile dell'autrice è ancora più raffinato e intenso. E' una scrittura semplice, non banale, in cui l'aggettivazione è scarna ma non banale, messa al servizio di una storia che è insieme dramma umano e una testimonianza di coraggio delle donne. Sì, perchè Costanza d'Altavilla vieni delineata nel suo aspetto privato, come una donna che non avrebbe mai voluto essere regina, eppure deve esserlo. Una donna di grande forza interiore che è costretta a un matrimonio con l'erede al trono tedesco, ritratto come un bruto volgare e rozzo. Eppure Costanza mantiene coraggio, dignità. Trova il modo di lottare all'interno contro quel marito che insieme la detesta e la desidera, contro una corte in cui non ha amici. Lotta contro una maledizione che grava su di lei, per tutto il romanzo. E ama, Costanza. Ama la vita in convento, ama la pace, la serenità, i suoi amici di Palermo; più di tutto, ama Federico, quel figlio avuto in tarda età che crescerà lontano da lei, la cui vita sarà segnata per sempre dall'assenza di una madre coraggiosa.
Quello delineato nella Sposa Normanna è un affresco storico lontano dall'epica o dal sensazionalismo: è la storia del quotidiano, delle piccole cose, della vita vera. Niente lenzuolate storiche o dissertazioni improbabili poste in bocca ai personaggi: dialoghi attenti, poche parole misurate che forniscono la pezza d'appoggio per inquadrare in poche righe una società e il suo tempo.
Che dire di più? Che Lola nascerà a diciott'anni - l'ultima fatica di questa bravissima autrice -  allunga ancor di più la mia lunghissima lista di libri da acquistare e leggere? Dio solo sa quando avrò il tempo... ma di certo lo farò!

giovedì 21 ottobre 2010

Behind the scenes: Alessandra Zengo di Diario di pensieri persi

Eccoci qui! come promesso, la nuova rubrica si apre con l'intervista ad Alessandra, owner del famoso Diario di Pensieri persi.
Immaginate di essere con noi in una deliziosa saletta arredata in stile georgiano, dalle parei color verde salvia ricoperte di libri... e ascoltate le nostre chiacchiere.


Allora, Alessandra... è un onore per me averti qui, nella biblioteca al secondo piano del numero dodici di Moray Place. Gradisci del The con gli scones o una fetta di torta? 
Ciao Stefania grazie a te per avermi invitata qui nel tuo blog come ospite. Il piacere è mio. Guarda ad essere sincera non so cosa sono gli scones perciò ti rispondo una fetta di torta possibilmente ai frutti di bosco. :D
Gli scones sono dei dolcetti per accompagnare il thé. Qui li prepara Emily, che è anche un'ottima cuoca. Ma veniamo a noi. Come mai hai scelto di creare un blog sui libri?
In realtà non l’ho scelto, è diventato così. Appena aperto il blog non sapevo nemmeno che farci a dire il vero, volevo solo avere uno spazio virtuale dove scrivere quello che volevo. Si capisce benissimo anche dal titolo che ho scelto all’inizio e che non mi sono mai sentita di cambiare: diario di pensieri persi, sicuramente non un titolo che concerne quanto adesso tratto nel blog. Ho cominciato però a scrivere sui libri perché proprio da pochi mesi avevo riscoperto questa passione… inaspettatamente qualcuno si è interessato e a cominciato a seguirmi e piano piano sempre più persone hanno cominciato a leggere i miei articoli. 

Bene, sappi che i tuoi commenti sono sempre seguiti e molto apprezzati anche dai miei "amici", specie da Oliver che, come sai, è un bibliofilo. Da pochi giorni il tuo blog ha compiuto un anno. Come è cambiato il tuo modo di leggere in questo periodo? Pensi di essere acquistato maggior consapevolezza nel "modo" in cui leggi? 
Devo dire di essere emozionatissima per il primo anno del blog. Sembra ormai da sempre che io scriva in questo blog ma un anno in realtà è davvero poco. In questo piccolo periodo sono però maturata tantissimo sia come persona che come critico se così possiamo definirmi. Il fatto di gestire questo blog e di dover quindi scrivere delle recensioni che spieghino ai lettori il perché un romanzo mi è piaciuto o no, i suoi punti di forza etc ha certamente influenzato il mio modo di leggere. Infatti durante la lettura di ogni romanzo adesso ho preso l’abitudine di prendere degli appunti in fogli sparsi dove scrivo quello che penso, mi annoto le scene importanti e abbozzo frasi per la recensione. La maggior parte delle volte questo è il mio “modo” di leggere anche se altre volte preferisco non fermarmi e continuare ininterrottamente la lettura per qualche ora isolandomi dal mondo esterno al calduccio sotto le coperte o sdraiata sull’erba con la Mila che mi lecca la faccia e le altre mia cagne che mi scodinzolano addosso. Immersa nella natura insomma. 

Che bella immagine! Cosa ti emoziona di più in un libro e che lo rende indimenticabile?
Amo le emozioni forti, quei romanzi che anche solo leggendo poche pagine mi comunicano fiumi di emozioni e sentimenti irripetibili. Amo leggere un libro con il cuore più che con la mente, senza soffermarmi troppo sull’analisi mentre sono immersa nella storia. Preferisco lasciare questa fase di “raccogliamo le idee” al termine del libro. 

Domanda difficile. Le case editrici italiane. Che ne pensi?
Domanda assai difficile davvero. Come ogni cosa ci sono aspetti positivi e negativi. Personalmente a livello comunicativo non posso certamente lamentarmi. Ho avuto tanta fortuna. Collaboro con molte e con la maggior parte si è instaurato davvero un rapporto fantastico, senza troppe inutili formalità. Sul piano invece della loro linea editoriale credo potrebbe essere migliorata per andare incontro maggiormente agli autori italiani. Sottolineo però autori italiani meritevoli. Ci sono tanti scrittori in Italia e tanti di questi sognano una pubblicazione con grandi case editrici ma non tutti se lo possono permettere. Il problema è che molte volte si ha la presunzione di credere di poter davvero pubblicare con “le grandi” quando invece la qualità manca. A mio parere consiglierei agli autori di scegliere bene le case editrici a cui rivolgersi e di non volere a tutti i costi una pubblicazione di rilievo quando le proprie possibilità non ce lo consentono mentre per le case editrici direi di stare più attenti ai talenti nostrani perché nonostante non si facciano spesso notare ce ne sono eccome pronti per essere letti dal grande pubblico e soprattutto di non avere pregiudizi verso una firma italiana. 

Ultima domanda. Un libro che porterai per sempre nel cuore e perché.
La risposta sembra banale ma risponderei di getto e senza pensarci: Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen. Non perché sia un classico, non perché ambientato in un’epoca e in uno stato che io amo ma perché la storia narrata si rispecchia nella mia vita. Il rapporto che ho con questo libro è molto intimo, a tratti quasi rispecchia pari passo alcune esperienze della mia vita irripetibili ed emozionanti. Non ho adorato solamente il libro ma anche il film del 2005 che mi fa piangere come una fontana ogni volta. Orgoglio e Pregiudizio non è un romanzo in cui si dovrebbe piangere perché pensando alle vicende in realtà non succede niente di drammatico ma le vicende, i personaggi stessi sembrano così reali, sembrano rispecchiare così verosimilmente tratti della mia vita che è impossibile per me non piangere e non pensare a quei ricordi così lontani nel tempo. 

Grazie a te per la chiacchierata. E' stato un vero piacere! 
Grazie a te Stefy per avermi accolto nel tuo blog. Un abbraccio
Un'ultima cosa: volevo ringraziarti anche a nome dei miei "amici",  molto contenti per lo speciale sui vampiri che ci sarà presto sul tuo blog. Sono sicura che passeranno a trovarti...


lunedì 20 settembre 2010

Serial reader... una rubrica nuova di zecca!

bibliotecheNuova rubrica in arrivo, fellows! Sì, visto che leggo - tanto - e mi piace parlare di libri, ho deciso di dare un'organizzazione al mio "lavoro". Da cui nasce SERIAL READER, in cui parlerò dei libri che leggo, degli autori e delle autrici, italiani e non. Se vi fa piacere, segnalatemi dei volumi da leggere, e partecipate liberamente. Vorrei che Serial Reader divenisse uno spazio comune, dove poter discutere in libertà di ciò che i libri ci donano: emozioni, passione, fantasia e perché no, anche malessere. Un libro è un mondo a parte, che si schiude sotto i nostri occhi nel momento in cui le pagine frusciano tra le dita. Perchè non condividerlo?
Presto troverete delle recensioni su Lover Unbound di J.R. Ward. ( tra qualche giorno in anteprima su diario dei pensieri persi) e su The Rose Tudor Trilogy di Susan Wiggs. So... stay tuned!

mercoledì 15 settembre 2010

Come il mare d'inverno

Sì, un altro libro. Anche questo davvero fantastico.Come il mare d'inverno di Susanna Kearsley è un libro emozionante, che mi ha conquistato, dalla prima all'ultima riga, uno di quei - sempre più rari - volumi che mi vien voglia di leggere e rileggere. Sarà stato l'amore per la Scozia a colpirmi? o i personaggi, così ben definiti? O la storia, mai banale e sempre appassionante?
Ma procediamo con ordine.
Carolynn - Sophia. Due persone diverse, ricordi comuni. La grande bravura dell'autrice è stata quella di costruire due figure differenti che vivono storie affini, negli stessi luoghi, sulla costa nord-est della Scozia, conservando la loro identità. Carolyn, in certe fasi della narrazione, mi è sembrata più fragile di Sophia: mi ha commosso la sua paura, le incertezze che vive nel momento in cui scopre cosa condivide con quelle misteriosa giovane vissuta nel XVIII (e non dico di più... spoilers).
E poi i due personaggi maschili: Graham, professore universitario di storia (ad avercelo un docente così!) e, sopratutto... Moray. E' un personaggio maschile delineato in modo molto convincente: militare ma non sbruffone, dotato di quel fascino sottile che colpisce Sophia assieme al lettore, e che rappresenta forse l'immagine più emblematica del periodo storico che viene descritto nel libro: i primi anni del Settecento, con i primi tentativi da parte della popolazione scozzese per riportare sul trono uno Stuart. Infine, lo stile della Kearsley: pulito, semplice, di immediata comprensione. Non ha una bellezza sontuosa ma ha un immenso pregio: trasmette emozioni in maniera diretta, senza giri di parole.
Un'ultima parola per la descrizione della costa scozzese. Semplicemente fantastica: in essa ho rivisto i paesaggi che tanto amo e che mi sono rimasti dentro. Ho sentito di nuovo il soffio del vento sul viso e il fruscio leggero delle onde sulle spiagge di sabbia chiara in baie di scogli scuri.
Insomma... da leggere!

martedì 24 agosto 2010

LE MIE LETTURE ESTIVE

L'estate volge ormai al termine e ho pensato di condividere con voi le mie letture estive.
Devo dire che sono andata "fuori dal binario" che mi ero prefissata, ma è stata una scelta consapevole. Esito: incredibilmente soddisfacente!

Molti libri si contendono la palma di migliori letture dell'estate 2010. Uno è "Il Giardino dei segreti" di Kate Morton, scoperto grazie ad Alessandra Zengo (mia degna compare di deliri notturni assieme a Elisabetta Bricca). Un libro raffinatissimo, in cui nessuno è davvero ciò che sembra. I personaggi sono delineati in maniera magistrale, da Nell a Cassandra, nonna e nipote segnate da un destino differente eppure ugualmente amaro... tutto nel nome dell'Autrice, una donna misteriosa che segna le vite di queste due donne con un libro di favole (e poi c'è chi dice che non è vero che i libri cambiano la vita). Ho odiato Rose per la sua debolezza e il suo essere così insicura; ho amato alla follia l'atmosfera della Cornovaglia, una regione che amo e che mi è rimasta nel cuore... è un romanzo da leggere e conservare, da custodire nella memoria. Mi ha riportato alle atmosfere di Francis Burnett e del suo Giardino Segreto, uno dei libri dell'infanzia che amo di più.



Altro libro e altro autore. Nessundove di Neil Gaiman. L'unica cosa che posso dire è che mi odio per averlo scoperto troppo tardi. Gaiman è un poeta, un mago, un affabulatore, un dio della parola. In una parola, ho amato questo libro dalla prima all'ultima riga. Sarà che io adoro immaginare vite che si svolgono in mondi che coesistono con il nostro, sarà che lui scrive portandoti per mano nel mondo che crea e ti costringe a muoverti tra quei personaggi... mi son sentita davvero nei panni di Porta, ho odiato e temuto i due killer folli, psicopatici e un tantino surreali, ho sussultato nello scoprire chi è davvero l'angelo... e mi sono perdutamente innamorata del protagonista sfigatissimo, Richard. DA LEGGERE!!!

Ma non è finita qui!
In un raptus di follia ho acquistato la trilogia de "I Guardiani della Notte" di Luk'Janenko. Ragazzi! Questo è un volume ( o meglio: 3) che sfugge alle classificazioni: non è horror, non è fantasy, non è una raccolta di racconti. Se dovessi trovare una definizione parlerei di un urban fantasy. Tre volumi, articolati in maniera coerente tra loro, dove i personaggi non si impippiscono improvvisamente (scusate il neologismo) ma vivono un'evoluzione coerente, dove la storia del loro quotidiano si mescola al fantastico, dove amori e amicizie sono condivise e dove il confine tra il Bene e il Male è evanescente, come il Crepuscolo in cui molta parte dei romanzi si svolge. La Mosca di Luk'janenko è sporca, avvolta da una neve algida, in cui si muovono personaggi   magici ma insieme profondamente umani. "Altri" (come Anton e Svetlana, Olga, Tigrotto e Alina) e umani convivono in un  mondo dove il Bene talvolta agisce compiendo nefandezze assurde e il Male dimostra una coerenza e un coraggio che il bene non ha. Insolita anche la forma: a episodi. Dopo un primo momento di confusione, mi sono buttata a capofitto nella lettura... ed è stata una gioia! L'ho adorato.

Tra qualche giorno vi dirò altro sulle mie letture, quelle "romantiche": Elisabetta Bricca, Mariangela Camocardi, Susan Wiggs e Silvya Summers. Tutti libri davvero notevoli, di altissimo livello... so stay tuned.

giovedì 22 ottobre 2009

L'importanza dei Beta readers

Sottoporre un proprio testo all'esame di un estraneo è sempre difficile. C'è il timore del rifiuto, della critica. Chi scrive sa che le sue storie sono come dei figli e nessun genitore accetta di buon grado le critiche ai suoi metodi educativi. E' come se si mettesse in discussione un intera famiglia, o nel caso dell'autore, la propria personalità.
Credo invece che compiere questo passo sia essenziale. Accettare le critiche, quelle costruttive, che ti portano per mano a vedere dove la storia "non cammina" è essenziale... ed è anche un bel bagno di umiltà. Non si dovrebbe essere troppo innamorati delle proprie storie: si dovrebbe avere il coraggio di ammettere che si può sempre migliorare e che non si arriva mai.
Come ha detto qualcuno di importante nella mia vita, tempo fa, " la capacità di mettersi in discussione è fondamentale. Dire: di più non posso fare significa condannare a morte talento e fantasia. C'è sempre qualcosa su cui lavorare."
Bene: se stai leggendo e ti sei riconosciuta, sappi che avevi ragione!
Io ho la fortuna di avere dei Beta reader d'eccezione. Uno di loro è mio marito. Chi non lo conosce potrà sorridere, e pensare "Bella forza! Tuo marito non ti muoverà mai una critica!"
E qui vi sbagliate perchè non esiste una persona al mondo più imparziale e severa di lui. E' rigoroso fino alla nausea, meticoloso e preciso. Quando lui legge qualcosa di mio, tremo. Sul serio.
E poi... ho altre persone, delle Amiche, di cui per correttezza non faccio il nome che mi hanno aiutato. Sì, sia con gli schiaffetti (ammazza che male) che con i suggerimenti. Si tratta di donne che sono, in primo luogo, grandi lettrici e che hanno maturato una straordinaria sensibilità nel mettersi in linea con i testi che leggono. In un caso, una di queste è un'autrice a sua volta.
Questo post è per voi. Consideratelo una sorta di omaggio al vostro ruolo.Mi costringete a riflettere su ciò che i miei personaggi devono dimostrare e nel contempo, mi aiutate a crescere e maturare. I vostri occhi imparziali mi aiutano a vedere pregi e limiti delle mie storie, così come fa il buon insegnante con il genitore dell'allievo.
Grazie. E' questo, ciò che volevo dirvi.
stefania

giovedì 1 ottobre 2009

Matera 2009

Il Women Fiction Festival è un evento culturale, ancor prima che letterario, che si tiene a Matera e che ha rappresentato negli ultimi sei anni, un punto di incontro fondamentale per chi fa letteratura al femminile.
Donne che scrivono, donne che leggono, donne che hanno voglia di raccontare le loro emozioni. E' uno spazio dedicato a chi della scrittura ne ha fatto un mestiere e, nello stesso tempo, vive la creazione della propria storia come un bisogno.
Per me è stato un momento da incorniciare.
Condividere certe emozioni, la psssione di scrivere, di raccontare storie e di leggere quelle stesse storie con persone AMICHE è stata una emozione indimenticabile.
La città è stata una cornice stupenda per una "quattro giorni" di autentica passione letteraria e creativa, in cui ho imparato molto, ho conquistato quella serenità che non pensavo possibile.
Cosa porterò nel cuore di questa esperienza? La complicità che mi ha legato ad alcune splendide donne, oltre che eccellenti autrici, cui va la mia stima e il mio affetto, oltre che la mia gratitudine; la simpatia di chi ha messo anima e cuore per organizzare un evento di altissimo livello, la professionalità e la gentilezza di chi ha partecipato al WFF in veste "istituzionale". La generosità, la disponibilità, la forza, la fragilità e la tenerezza delle donne.
A Matera ho capito che la scrittura al femminile non è retorica o rosa, o sentimentale, o settoriale.
E' un meraviglioso mondo a parte.

sabato 16 maggio 2009

Una delle cose che amo di più è leggere. Leggere tanto, di tutto: sono onnivora, lo ammetto.
In questo momento ho tra le mani ben tre volumi, che non potrebbero essere più diversi l'uno dall'altro. Tre autori: Stevenson (Robert Luis... e chi altri?), Ammaniti e Julia Quinn.
Di questa fantastica autrice conosco numerosi volumi e non posso che apprezzare il suo stile pulito, ironico e senza fronzoli e, devo aggiungere, è ancora più bello leggere i suoi volumi in inglese.
E' vero: la lettura nella lingua "madre" ha un altro sapore. A meno che non vi sia un traduttore davvero bravo, è quasi impossibile riuscire a catturare tutto quello che l'autore vuol dire. Ciò accade perchè chi traduce, sia pure in modo molto sottile, mette del "suo" nel testo e finisce per dare sfumature o porre l'accento su passaggi e vicende che non hanno molta importanza; più semplicemente, fa impoverire con la traduzione un testo, una poesia o una descrizione.
Per questo, il piacere di leggere in lingua originale è un "di più" che non ha davvero prezzo.