mercoledì 17 novembre 2010

Serial reader: Carla Maria Russo e i suoi romanzi

Ho avuto il piacere incredibile di conoscere Carla Maria Russo in occasione del recente evento di Officina, Romantic Rome. Prima ancora di capire chi fosse, ho avuto la sensazione di trovarmi dinanzi una donna speciale. Mi spiego meglio: in alcune occasioni della vita, ho incontrato persone che, con un solo gesto, uno sguardo, riescono a dire tutto di sé, mostrandosi al mondo dome sono in tutta la loro bellezza. Nello stesso tempo, emanano un'energia pura, incredibilmente forte, che le circonda come un velo.
Carla Maria Russo è una di queste. Sebbene sia sottile e minuta, ha in lei una forza magnetica che impressiona, una carica umana che stupisce e che tocca il cuore senza bisogno di parole. I suoi scritti, il suo stile la rispecchiano in pieno. Forte, eppure mai sopra le righe, immediata e insieme delicata, arguta e malinconica.
Ma non sono qui per parlare della persona. Passiamo ai libri che ho letto: La sposa normanna e L'amante del Doge.
Quest'ultimo è un romanzo particolare: semplice, morbido come un buon brandy invecchiato, si gusta con piacere, pagina dopo pagina. L'amore di Caterina non è un sentimento scioccherello o passionale. E' "amore di testa", fatto di cultura ed equilibrio: la protagonista fa mostra di un coraggio non comune per la sua epoca - siamo nel XVIII secolo - ma, nello stesso tempo, l'autrice la descrive come una figura perfettamente calata nel contesto storico in cui vive e si muove. Non è una cortigiana, è una donna libera, che paga lo scotto per la sua libertà: la perdita dell'onore e della rispettabilità in una società quale quella veneziana, aristocratica e colta. Ma, nello stesso tempo, questo è il romanzo di una Venezia che declina senza rendersene conto, come una bella donna allo specchio che scruta il proprio viso ignorando deliberatamente le rughe. Sotto l'opulenza e i fasti, si avverte lo scricchiolio di una società che è impreparata ai cambiamenti che porterà il XIX.
Il finale mostra i due amanti finalmente riuniti in un'unione legale. Ma nulla potrà mai cancellare il legame fatto di rispetto e complicità che anni di distanza hanno forgiato.
Alla lettura di questo romanzo, è seguita quella de La sposa normanna.
L'ho amato. Non ci sono dubbi. Sarà il periodo storico, sarà l'atmosfera palermitana, sarà che mio padre mi ha trasmesso un amore viscerale per gli Altavilla (e Federico II in particolare... non è un caso che mio figlio porti questo nome), ma  questo romanzo mi ha colpito affascinandomi e coinvolgendomi fino a farmi piangere in alcuni punti. In un periodo in cui faccio fatica a trovare delle belle storie da leggere, questa è arrivata come una boccata d'aria pulita. Lo stile dell'autrice è ancora più raffinato e intenso. E' una scrittura semplice, non banale, in cui l'aggettivazione è scarna ma non banale, messa al servizio di una storia che è insieme dramma umano e una testimonianza di coraggio delle donne. Sì, perchè Costanza d'Altavilla vieni delineata nel suo aspetto privato, come una donna che non avrebbe mai voluto essere regina, eppure deve esserlo. Una donna di grande forza interiore che è costretta a un matrimonio con l'erede al trono tedesco, ritratto come un bruto volgare e rozzo. Eppure Costanza mantiene coraggio, dignità. Trova il modo di lottare all'interno contro quel marito che insieme la detesta e la desidera, contro una corte in cui non ha amici. Lotta contro una maledizione che grava su di lei, per tutto il romanzo. E ama, Costanza. Ama la vita in convento, ama la pace, la serenità, i suoi amici di Palermo; più di tutto, ama Federico, quel figlio avuto in tarda età che crescerà lontano da lei, la cui vita sarà segnata per sempre dall'assenza di una madre coraggiosa.
Quello delineato nella Sposa Normanna è un affresco storico lontano dall'epica o dal sensazionalismo: è la storia del quotidiano, delle piccole cose, della vita vera. Niente lenzuolate storiche o dissertazioni improbabili poste in bocca ai personaggi: dialoghi attenti, poche parole misurate che forniscono la pezza d'appoggio per inquadrare in poche righe una società e il suo tempo.
Che dire di più? Che Lola nascerà a diciott'anni - l'ultima fatica di questa bravissima autrice -  allunga ancor di più la mia lunghissima lista di libri da acquistare e leggere? Dio solo sa quando avrò il tempo... ma di certo lo farò!

4 commenti:

  1. Cara Stefi, concordo con te, Carla è una donna speciale! Io sto leggendo proprio ora Lola nascerà a diciott'anni... che dire? E' bellissimo. Lo consiglio vivamente per i suoi personaggi, per la sua storia, ma anche per la Storia che ci fa rivivere, quella vera, ormai dei nostri nonni, della vita durante il periodo della guerra... Soprattutto, trovo che Carla sia una narratrice straordinaria, con uno stile coinvolgente, che ti tiene legato alla pagina.
    Sylviaz.

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  2. P.S. Ehi, devi aggiornare l'orario! sono le 10.51!!! ;-) bacio
    s.

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  3. Conosco Carla Maria come scrittrice da tempo, ed ho avuto la straordinaria opportunità di averla come ospite a Romantic Rome. E' una donna che mette cuore e anima in quello che fa, una donna che non ha paura di dire e fare ciò che pensa. Una fantastica narratrice che nonostante il successo rifugge la luce dei riflettori. Ed è questo che amo di più in lei: la grande umiltà che accomunata all'umanità che la distingue la rende una persona speciale.
    Elisabetta Bricca

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  4. Condivido parola per parola quando detto da Elisabetta. Carla Maria Russo ti proietta nel periodo storico dei suoi romanzi con la fascinazione che sa creare intessendo storie che chi legge apprezza sempre di più, nell'alternarsi di una narrazione capace di evocare l'epoca proprio grazie ai personaggi magistralmente descritti da lei.
    Mariangela Camocardi

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