Come promesso, eccomi qui con una nuova recensione. Stavolta vi parlerò di una delle mie letture natalizie, Stardust di Neil Gaiman.TRAMA: in una fredda sera di ottobre una stella cadente attraversa il cielo e il giovane Tristran (e non Tristan!!), per conquistare la bellissima Victoria, promette di andarla a prendere. Dovrà così oltrepassare il varco proibito nel muro di pietra a est del villaggio e avventurarsi nel bosco dove ogni nove anni si raccoglie un incredibile mercato di oggetti magici. È solo in quell'occasione che agli umani è concesso inoltrarsi nel mondo di Faerie. Tristran non sa di essere stato concepito proprio lì da una bellissima fata dagli occhi viola e da un giovane umano e non sa neppure che i malvagi figli del Signore degli Alti Dirupi sono anche loro a caccia della stella...
Sapete già che amo Gaiman. Il suo mondo è visionario, il suo stile di una semplicità adamantina e dal fascino immenso. Questi sono requisiti essenziali perché un libro entri nelle mie grazie.
Stardust narra la storia di Tristran e del suo amore per Victoria, una ragazza bella e volubile che, per prenderlo in giro e farsi beffe di lui, giura che farà qualunque cosa egli vorrà se... lui gli porterà una stella.
Tristran è abbastanza folle da prenderla sul serio. Perché il villaggio della campagna inglese dove vive il giovane è un punto di confine tra la terra e Fairie, una terra magica dove fate, maghi, folletti e unicorni sono abitanti comuni. E, assieme a loro, streghe di ogni età e potere fra cui le perfide Lilim.Una volta superato il confine fatto da un muro di pietre sorvegliato giorno e notte per impedire che i due mondi vengano a contatto, Tristran inizia il suo viaggio. E, come tutti i romanzi di formazione, incontra compagni e affronta prove che lo mettono in difficoltà, costringendo a scegliere tra ciò che desidera e ciò che è giusto. Ma sopratutto, il protagonista scopre il segreto legato alla sua nascita e sulla sua vera natura.
Da quanto ho descritto, si comprende che questo bellissimo libro non può essere ascritto ad una categoria in particolare. E' un fantasy, ma nel senso più ampio e puro del genere; è un romanzo di formazione, è una storia d'amore, è un libro fatto di pura, vibrante magia.
La definizione che lo accompagna, ossia quello di romanzo per ragazzi non rende assolutamente giustizia a questa storia, in bilico tra fiaba e magia. Il libro è delicato, coinvolgente; i personaggi saltano fuori dalle pagine e non è difficile immaginare le mosse di Yvaine, i suoi gesti delicati ed eleganti; o ancora la luce degli occhi di Tristran che, da campagnolo ingenuo e sognatore diviene un cavaliere coraggioso, ansioso di conoscere il mondo e l'animo umano e non. La prosa di Gaiman, che usa molto il narratore esterno e poco i dialoghi, non è mai pesante ed ha il ritmo musicale di una ballata, senza brusche accelerazioni, mai noioso. Il finale, tenero come un soffio di vento, può esser riassunto in questa frase:Inevitabilmente trattenuti dal mondo
Giungeremo quando ci vedrai.
In un certo senso, il personaggio di Tristran può essere accostato a quello di Richard, il protagonista un po' nerd di Nessundove, altro libro di Gaiman che adoro, di cui ho già parlato questa estate. Entrambi sono ingenui, con la vaga consapevolezza di essere fuori posto nel loro mondo e con la certezza al termine del proprio viaggio iniziatico, di aver trovato l'essenza della vita e la propria dimensione in un mondo "altro", lontano dalla - nostra - triste, ipocrita quotidianità
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Io non ho ancora letto il libro, ma con questa tua bellissima recensione sei riuscita a convincermi... appena vado in libreria lo compro!
RispondiEliminaDevo ammettere che il film l'ho guardato soprattutto per le bellissime immagini dell'Isola di Skye!
Ciao carissima, un abbraccio forte...