mercoledì 1 dicembre 2010

Behind the scenes: Anita Book de L'ora del libro

La fretta è divenuta la cifra dominante delle mie giornate. Se potessi trasferirmi fisicamente qui al numero 12 di queste splendida e silenziosa piazza georgiana lo farei senza pensarci due volte. Ma non è possibile, ahimè. Mi è concesso solo di vivere qui "in spirito" , e immaginare l'atmosfera magica di Edimburgo a Natale... i mercatini natalizi presso i giardini di Princes Street, i close addobbati e il monumento a Walter Scott illuminato con sapienza, circondato da abeti addobbati da luci colorate. Posso solo sognare i magazzini Jenners con le vetrine illuminate da lucine, decorati con slitte e alberi di Natale...
Meno male che oggi viene a trovarmi una cara amica, oltre che una persona di grande dolcezza: Chiara, meglio conosciuta nel web con il nick di Anita Book, blogger de L'ora del libro.





Ciao Anita e benvenuta. E' un piacere averti ospite qui. Vieni, ti offro un bel the caldo che è l'ideale quando fuori la temperatura scende sottozero. O preferisci un hot toddy a base di whiskey?
Ciao Stefania, grazie a te per avermi invitata. Oh, un the caldo è proprio quello che mi serve. Sei molto gentile. 


E' un piacere! Vieni, accomodiamoci nella sala comune: oggi i miei amici sono impegnati con il loro lavoro (umano) e per non disturbarli possiamo metterci qui. Parliamo un po' di te, ti va? Sei una autrice, oltre che una blogger. Tutta colpa del prof. è il tuo volume. Di cosa parla? Come sei arrivata alla pubblicazione?


cipicchia, credo che il the mi sia andato di traverso. No, scherzi a parte, cosa volete che vi racconti di me? Anita Book è una tipa pazza, romantica e sognatrice. Osa poco, certo, ma si rimprovera a dovere. E' dell'idea che nella vita non esista altro che una profusione di incredibile bellezza e che l'uomo sia votato ad essa; tuttavia, ci è stato concesso il dono del libero arbitrio e spesso quello che accade è una questione di scelte. Amo leggere. Molto, in maniera incalcolabile, e, sì, aspiro a diventare una scrittrice. Anche se, sarebbe più corretto dire che desidero ardentemente consegnare al mondo le storie che scrivo e che danno voce ai miei silenzi. Solo questo. Non chiedo successo, gloria, memoria. Le ritengo forme di sentimento positivo a breve termine. E perché ricercarle se invece possiamo puntare a gioie più durature e appaganti? Quale, ad esempio, la condivisione di se stessi con gli altri. La mia opera prima, Tutta Colpa del Prof, è ancora in "fase stampa", ma oramai dovremmo essere prossimi alla pubblicazione. Indicativamente, ma è tutto da verificare, dovrebbe fare la sua comparsa nelle librerie verso Natale. Come sono arrivata alla pubblicazione? Un giorno mio zio mi chiama al telefono e tutto concitato mi dice che in televisione passa lo spot di una casa editrice che cerca scrittori esordienti. Ero un pò combattuta, francamente, ma alla fine ho deciso di provare. Dopo qualche mese, il contratto. Attenzione: non aspettatevi un romanzo alla "Solitudine dei numeri primi", alla "Bianca come il latte, rossa come il sangue", alla "Acciaio". Così impegnativi, così articolati e maturi. In realtà, non aspettatevi di trovarmi nelle parole così come mi conoscete in rete. Narro di una studentessa universitaria sfacciata, ribelle, irresponsabile e folle nel senso letterale del termine. Esattamente l'opposto di chi sono io. Pensate, si innamora addirittura del suo professore! Una cosa che solo a immaginarla mi fa salire il rossore in volto. Sì, lo ammetto, nella vita reale sono assai timida. Però, se le situazioni e la gente che vivo mi permettono di stabiliare un dialogo sereno e confortevole, riesco a tirare fuori anche il lato del mio carattere più schivo. Spero che il mio romanzo possa incuriosirvi e divertirvi, perché, dopotutto, è proprio quello che è successo a me mentre ne scrivevo ogni capitolo. E Sarah, la protagonista, è stata molto chiara: "Dolcezza, o mi scrivi così o mi scrivi così". 
Comprendo perfettamente la sensazione, guarda: ci sarebbe da chiedere a Oliver...
Quali sono i generi che preferisci nella lettura? Noto che spesso posti dei versi di poesie: ami molto questa forma espressiva? E i tuoi autori preferiti?

Ecco, adesso inizierò a parlare e perderò il controllo. Sappilo: mai chiedermi di letture e libri, potrei diventare estremamente pericolosa (piccola risatina). Dunque, partiamo con il genere che prediligo: l'urban fantasy. Poi anche il fantasy classico (anche se Tolkien non sono mai riuscita a digerirlo. Lo so, è paradossale), l'horror alla King, il thriller, il romance, lo storico, il gotico, la narrativa contemporanea e di formazione, la saggistica e la poesia. Insomma, niente etichette, niente confini. Quando si amano i libri, si ama semplicemente e unicamente il profumo della carta, il nero dell'inchiostro, la consistenza delle pagine al tocco, la veste e il contenuto. Si ama il potere delle parole, l'atto creativo in sé di generare mondi, personaggi, prodigi d'immaginazione. Senza illudere, senza mai tradire. Perché i libri restano sempre e ovunque fedeli al lettore. Ora, la poesia (piccolo sospiro). Che incantevole sfumatura dell'espressione umana, del capolavoro artistico che è la vita, che insostituibile maestra di eleganza e devozione. Sì, devozione per l'essenza delle cose, per il loro nucleo palpitante e cangiante, per il loro arricchire questa Terra di eterne meraviglie e di invisibili paradisi. Adoro la poesia, pur ammettendo, con un pò di vergogna, di non averne letta abbastanza. Vorrei conoscere tutti i poeti, tutti gli insigni e tormentati compositori del tempo trascorso, che non solo sono stati geni d'intelletto ma anche e soprattutto tessitori di sogni e speranze. I miei preferiti? Baudelaire, Shakespeare, Withman, Neruda, Dickinson, Tagore, Keats, Hesse. Ma potrei continuare all'infinito.
Il tuo blog è stato il primo - almeno credo - a proporre le video recensioni. Come è nata quest'idea così particolare e apprezzata?


Sì, forse uno dei primi. L'idea è nata durante un pomeriggio di ottobre, in libreria. Stavo passeggiando tra le corsie, tra le varie scaffalature e i vari reparti, quando mi si è accesa una lampadina nella testa. Come Archimede quando riusciva in una nuova impresa. "Eureka!", ho esclamato. Ho riferito del progetto alla mamma, mia prima e migliore consigliera, e ha approvato con entusiasmo. Non mi vergogno ad ammettere che conoscevo poco d'informatica, ma, rimboccandomi le maniche, sono stata capace di combinare qualcosa. Aneddoto: all'inizio, ad ogni videorecensione, prendevo una tazza di the; poi, a causa delle notti passate a contemplare le ombre sul soffitto della cameretta, ho dovuto smettere. Una volta, ricordo, pur di non deludere chi mi ascoltava mi riempii la tazza di coca-cola. Ecco cosa intendo quando mi definisco pazza! 
Pazzia, per così poco...
I tuoi rapporti con le case editrici italiane. Come sono? E più in generale, cosa ne pensi dell'editoria italiana? (pensavi di sfuggire a questa domanda, eh!)


Le case editrici italiane si stanno lentamente, ma progressivamente, evolvendo. Abbracciano nuove tecnologie, si adeguano ai gusti dell'utenza, si aggiornano sulle esigenze più urgenti del popolo dei lettori. Ma non sono ancora pronte a spiccare il salto nel vuoto, a mio parere. Quello scatto che prevede un atto di coraggio e di fiducia, per esempio, nei confronti proprio di noi blogger che alimentiamo il mercato editoriale in rete; quello scatto che non vuole sentir ragione e accetta il rischio di un fallimento e che, proprio in virtù di questa inclinazione al rinnovamento, è capace di far crescere l'editoria più forte e sana. 
Ma, naturalmente, parlo da un punto di vista esterno. Deduco, faccio le mie considerazioni. Io ho instaurato un bel rapporto con molte case editrici e con singoli autori. Vengo incontro alle loro richieste e, dall'altra parte, si apprezza la mia onestà di lettrice che non scende a compromessi. Mi si chiede di leggere un romanzo per una videorecensione? Molto bene, sono disponibilissima, però si deve sapere in partenza che ne potrei parlare nel bene come nel male.


Cosa pensi dei corsi di scrittura? Credi che abbiano una loro effettiva utilità per disciplinare il talento?


Indubbiamente dipende dalla tipologia di corso, dalla durata, dai docenti, dalle metodologie d'insegnamento e dalle opportunità che se ne possono ricavare alla fine. Purtroppo, non sono in grado di rispondere esaustivamente a questa domanda perché non ne ho mai frequentato uno; però, per come sono solita valutare le cose, credo che sia importante dare un'occasione alla scrittura di attecchire sempre in più cuori. Questo proselitismo della cultura della parola, che si può possedere per natura o maturare con il dovuto esercizio e la dovuta passione, è utile a recuperare quel desiderio di tradurre gli stimoli del pensiero, del vissuto interiore, del proprio io più intimo e inconscio, sulla carta bianca. 


Grazie mille per la tua intervista, sei sempre gentilissima. A presto!
Bene Stefania, il the è stato ottimo e questa piacevolissima chiacchierata ancora di più. E' stato un onore, per me, ricevere il tuo invito. Un grazie di cuore e a presto. Buone letture a tutti!

6 commenti:

  1. Simpatica intervista ragazze! Non smettete mai di credere nei vostri sogni....prima o poi si avvereranno!!!Ve lo auguro di cuore.
    Violetta, modesta lettrice nei ritagli di tempo.

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  2. Bellissima intervista! Domande molto interessanti e Anita sempre dolcissima! :)

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  3. Brava Stefania, domande non banali e che hanno raggiunto lo scopo: mi è parso davvero di essere lì con voi sentendo tra le mani il tepore della tazza calda :) Grande Anita, conosci già la mia stima nei tuoi confronti, aspetto l'uscita del libricino con ansia (senza aspettative, come vuoi tu ) :)

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  4. Brava Anita e Brava Stefania. Ottima intervista. Ora però mi è venuta voglia di un bel the! :D

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  5. Bellissima intervista, complimenti ad entrambe!

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  6. Che bella intervista Stefy! ... Ottime domande e splendide risposte...
    Bella la tua descrizione di Edimburgo...
    Sweet hugs

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