mercoledì 22 dicembre 2010

Serial reader: La sposa in Bianco di Nora Roberts

Esce per Leggereditore il 21 ottobre un'inedito di una delle autrici rosa più amate al mondo e che ha all'attivo più di 200 romanzi. Le sue storie, sempre avvincenti, scavano nel carattere dei personaggi e descrivono con attenzione la loro psicologia. Con "la sposa in bianco" non mancherà l'ironia travolgente che abbiamo imparato a conoscere in Sex and the City e un'immediata complicità con i 4 personaggi femminili. 
Questa recensione è stata scritta e pubblicata su Diario di Pensieri persi pochi giorni fa. Per chi volesse leggerla o per chi se l'è persa... eccola qui!


Mackanzie Elliott, Mac per le amiche, è una fotografa di grande talento che realizza servizi fotografici per le spose e per riviste specializzate. È, assieme a Emma (la fiorista sensuale), Parker (la perfetta organizzatrice) e Lauren (la tranquilla pasticciera), una delle socie di Promesse, una società di wedding planners che si occupa di trasformare il caos prematrimoniale fatto di crisi isteriche, tensioni, momenti indescrivibili, aspirazioni legittime e manie di grandezza esasperate in una cerimonia nuziale indimenticabile. Mac ha un talento straordinario: sa “vedere” il momento di magia attraverso l’obiettivo fotografico. Riesce a cogliere quella che lei chiama la farfalla blu: il vero spirito che c’è dietro una persona o una situazione, catturandolo sulla pellicola. Questo suo talento le ha permesso di divenire una delle fotografe più talentuose dell’East Coast e di far sì che Promesse sia divenuta una solida realtà imprenditoriale.È nell’ambito del suo lavoro che rivede Carter Maguire, fratello di Sherry, una delle spose che si rivolge alle wedding planners per organizzare il suo evento. Il loro incontro – o meglio, il loro scontro – non è dei più ortodossi. Professore decisamente sexy e molto nerd, Carter con il suo modo di fare disarmante, la sua straordinaria sincerità, il suo approccio sereno alla vita si insinua nei pensieri e nell’esistenza di Mac. Il prof dagli occhialini alla Indiana Jones non è solo un grande amante di Shakespeare ma è anche un profondo conoscitore dell’animo umano e un notevole baciatore. Ecco come le chiede un appuntamento in un messaggio in segreteria telefonica (!): 
Mac è attratta da lui: un sentimento passionale, disinibito e allegro che riempie le pagine del libro con una autentica sferzata di allegria. E tuttavia… ne ha paura. Perché Mac non è solo la fotografa tosta e professionale ma è anche la figlia abbandonata e trascurata di due genitori troppo presi da sé stessi e dalle proprie fantasie. Soprattutto Linda, la madre, è una donna immatura e patetica. Pluridivorziata e perennemente in bolletta, pretende che la figlia le tolga le castagne dal fuoco pagando i salatissimi costi delle SPA o delle auto, trattandola come un perenne brutto anatroccolo, trascurandola quando non la sfrutta attraverso i sensi di colpa che ingenera in lei. Mac è stata profondamente segnata da quest’atmosfera altalenante tra sfruttamento emotivo e l’indifferenza. All’inizio del libro Mackenzie è già una bambina disillusa, arrabbiata con il mondo, che trova la sua dimensione solo nei giochi con le amiche del cuore. Ora è una donna dura, forse anche cinica, che trova la sua ragione di vita in un lavoro in cui è brava ed è apprezzata per ciò che sa fare. Ma non basta, anche se lei rifiuta di ammetterlo. Cresciuta in un modello familiare che fa dello sfruttamento e della provvisorietà le parole chiave, la giovane donna non riesce ad accettare di poter avere un futuro con il solido, affidabile e tranquillo professore di liceo che l’ha fatta sentire importante per la prima volta nella sua vita. Perché è questo che ha segnato dolosamente la vita di Mac: ha avuto le sue amiche del cuore che hanno rappresentato per lei una sorta di famiglia ma non ha mai sentito l’amore, quello vero, che sorge dal sentirsi amati per ciò che si è. Quell’amore che solo i genitori o un’anima affine può dare. 
“…Se ti andasse bene un’altra sera, anche se il giorno dopo c’è scuola – ahah – mi piacerebbe molto portarti fuori. Se ti piace l’idea potremmo fare cena e cinema. È troppo? Probabilmente è troppo. Mi sto confondendo da solo. Vorrei aggiungere, anche se può sembrare impossibile, che ho chiesto anche ad altre donne di uscire in passato. Suppongo che ora tocchi a te.”Emblematico è il momento in cui Mac conosce la famiglia di Carter, dopo alcune peripezie che non vi racconto per non sciuparvi il piacere della lettura. Mac guarda i componenti della famiglia del suo uomo con distacco in un primo momento; poi, di colpo, avverte una fitta di invidia, perché è ciò che lei non ha mai avuto e che sa se sarà mai in grado di dargli. Ed ha paura per questo, perché non sa se sarà una devastrice dei sentimenti come è stata la madre Linda. 
“I film, pensò Mac – di sicuro le storie d’amore e romanticismo – dovrebbero avere un lieto fine. Perché la vita, troppo spesso, non ce l’ha.. L’amore svaniva, o si trasformava in avversione. O si fermava da qualche parte a metà strada in una specie di lacerante distacco… Sì, l’amicizia. Quella era una cosa su cui una donna avrebbe sempre potuto contare.”Carter spesso si comporta come un santo: accetta le fughe post coito di Mac con un aplomb che è degno di ammirazione infinita, interviene come un vero cavaliere per toglierla dai guai e almeno in un paio di occasioni ha dato luogo ad alcuni dei momenti più esilaranti del libro. Mi riferisco alle parti in cui disperatamente confuso, chiede consiglio a Bob, suo collega di università che si atteggia a tombeur de femme… con esiti assolutamente comici. Ma la vera forza di Carter è la ragione: la capacità di ascoltare, come nota subito Mac, la tranquillità che ha nell’affrontare le situazioni spinose, la pazienza angelica con cui conquista la protagonista. La aspetta, la ascolta… ne ha cura. In una parola, le dimostra con i fatti che anche lei è degna d’amore e non ha bisogno di proteggersi dal resto del mondo, che può anche fidarsi di un’altra persona.E, come la neve che rappresenta lo scenario di tutto il romanzo, Mac si scioglie. È questo il vero trionfo di Carter: aiutare Mac ad amarsi e accettarsi per come è. Solo così la donna comprende di poter essere degna di amore: impara a fidarsi di se stessa per prima, a capire che non è un clone pessimo di una madre immatura ed egocentrica ma una donna forte, indipendente, capace di prendersi delle responsabilità nella vita, come nel lavoro e nell’amore. Mac accetta, in una parola, di essere una persona che può prendere un impegno per la vita e non importa che sia casinista, spaventata dal futuro, umorale e disorganizzata: è amata per come è.
Se mi è piaciuto? Tanto, tanto. Tanto. La sposa in bianco è un libro bellissimo. Divertente, appassionante e sensuale – le scene di sesso sono IMHO tra le più belle da me lette in un romance contemporaneo – fa venir voglia di leggere, ancora e ancora. È un vero turn page, con un ritmo vivacissimo e scene di grande divertimento. Lo stile della Roberts è particolarmente brillante in questo volume: lontano dai paludamenti degli storici, descrive con brio e ironia le scenate tipicamente femminili tra le amiche in crisi isterica e nello stesso tempo, conduce per mano il lettore nel cuore di Mac, troppo spaventata e disillusa per pensare di poter amare.Infine un’ultima parola su Sherry, la sorella di Carter. Ho adorato, letteralmente, questo personaggio minore. Da brava egocentrica, posso dirvi che mi sono ritrovata in lei, parola per parola, e nella sua concezione del matrimonio: “Non vorrei darvi l’impressione di non considerarlo importante e solenne e tutto il resto, ma io voglio divertirmi. Voglio una grande festa allegra e stravagante. E voglio anche che Nick perda completamente l’uso della parola per cinque minuti quando mi vedrà percorrere la navata. Voglio stenderlo… e voglio che ogni invitato la ricordi come l’esperienza migliore mai vissuta. Sono stata a matrimoni davvero stupendi ma Dio, erano una tale noia. Mi capite?”Ecco. Credo che questo sia un bellissimo modo per descrivere un matrimonio (come è stato il mio) e che riassuma un po’ la filosofia del romanzo. Se è da leggere? Assolutamente sì!

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